Caso Pifferi, il Pm chiede 4 anni per avvocata e psicologhe

La Procura di Milano accusa il legale e i consulenti di aver orchestrato un piano per inquinare la perizia psichiatrica.

Milano – Si stringe il cerchio attorno ai professionisti che hanno seguito Alessia Pifferi, la donna condannata in primo grado all’ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlia di diciotto mesi. La Procura di Milano ha formulato pesanti richieste di condanna nei confronti di chi avrebbe dovuto difenderla e assisterla, accusandoli invece di aver superato ogni limite deontologico.

Quattro anni di reclusione: questa la pena sollecitata per l’avvocata Alessia Pontenani, difensore della Pifferi. Secondo l’accusa, il legale avrebbe orchestrato insieme al consulente (per cui si chiedono tre anni e mezzo) un vero e proprio “piano precostituito” per manipolare l’iter giudiziario. L’obiettivo sarebbe stato quello di preparare l’imputata in vista dell’incontro con lo psichiatra Elvezio Pirfo, il perito nominato dalla Corte d’Assise con il compito di valutare la capacità di intendere e volere della donna al momento dei fatti.

Le contestazioni non si fermano qui. Stessa richiesta di quattro anni anche per la psicologa in servizio presso il carcere milanese di San Vittore dove la Pifferi era detenuta in custodia cautelare. Secondo gli inquirenti, la professionista insieme ad altre colleghe avrebbe partecipato a un sistema articolato di falsificazioni: false testimonianze, dichiarazioni mendaci e documentazione artefatta, tutto finalizzato a costruire una base probatoria che giustificasse la richiesta di perizia psichiatrica da parte della difesa.

Il quadro accusatorio delineato dalla Procura parla di un superamento consapevole e deliberato dei limiti del mandato professionale. Non semplici errori o leggerezze ma un progetto strutturato per inquinare le indagini e condizionare il giudizio sull’imputabilità della Pifferi, una delle figure più controverse della cronaca giudiziaria recente.

Le difese degli imputati, affidate tra gli altri agli avvocati Corrado Limentani per la Pontenani e Mirko Mazzali per la Guerzoni, avranno modo di replicare alle accuse nelle udienze già calendarizzate per il 3 e 4 novembre prossimi. Sarà in quella sede che i legali potranno presentare la loro ricostruzione dei fatti e contestare la narrazione dell’accusa.