Vagliata l’ipotesi di un unico assassino per il duplice omicidio di Ivano e Cinzia. Ma i particolari investigativi rimangono nebulosi e frammentari.
Roma – Ivano Iannucci è stato ferito a morte con un coltello seghettato nel dicembre ‘91. Cinzia Cannella, invece, è stata accoltellata da un’arma con la lama affilata, forse un pugnale, a inizio gennaio ‘92. Crisi di astinenza, nuovi amori, gelosie e vendette possono aver giocato un ruolo importante in questo caso irrisolto? O si è trattato solamente di due occhi che avevano visto più del dovuto e una bocca che doveva essere messa a tacere?
Negli ultimi tempi, gli sposi di Vigne Nuove avevano iniziato a spacciare per i boss del quartiere. La necessità di procurarsi la dose giornaliera di eroina prevaleva su ogni possibile pericolo al quale sarebbero potuti andare incontro.
Ivano muore. Cinzia scompare per quasi un mese. Poi ricompare, distesa su un prato ai bordi di una strada della campagna romana, senza vita. “Al terminale risulta che la vittima era ricercata su tutto il territorio nazionale per omicidio volontario”, furono le parole pronunciate dalla sala operativa della Questura e ascoltate dall’ispettore che si collegò con la radio della voltante a pochi passi dal corpo di Cinzia Cannella.
Hanno sempre avuto ragione gli investigatori? Cinzia non era solamente la vittima ritrovata il pomeriggio del 4 gennaio da un passante, ma anche un’assassina, la responsabile della morte del marito?
La vox populi del condominio di via Pasquati
I vicini dichiararono che durante le loro crisi di astinenza, Ivano e Cinzia litigavano e si picchiavano frequentemente. Nel luglio del ‘91, durante una lite, Cinzia ferì Ivano alla spalla, colpendolo con un coltello. Lei lo portò in ospedale, ma lui non la denunciò. Con questi precedenti alle spalle, la frase che iniziò a risuonare per le strade del quartiere fu “Alla fine l’ha ammazzato davvero”,

I condomini iniziarono a dire che, da qualche mese, Cinzia Cannella, per potersi pagare la droga, quando il marito non c’era, riceveva uomini in casa. Si era sparsa la voce che Ivano si fosse convinto di essere stato ripetutamente tradito.
Qualcuno riferì che la donna “spesso ospitava, anche in presenza del marito, extracomunitari noti per attività di spaccio”. Forse quella convivenza allargata, come suggerì Fabrizio Peronaci, poteva aver causato l’ennesima e ultima lite tra i coniugi?
Le piste d’indagine
Per quale ragione è stato ucciso Ivano Iannucci? E perché ha perso la vita anche Cinzia Cannella? La mano omicida è stata la stessa? Le piste d’indagine considerate sono sempre state due.
La prima si concentrò sul bisogno costante della droga. Cinzia aveva un appuntamento con un pusher? Forse si era recata in periferia per l’acquisto di eroina? La dose trovata accanto al suo corpo sembrava confermare questa tesi, ma perché poi è stata uccisa?
La seconda si orientò su un’ipotesi ben definita. E se ci fosse stato un solo assassino per i due delitti? Se in via Pasquati, la notte del 12 dicembre, ci fosse stata una terza persona armata di coltello? Come si può essere sicuri che sia stata proprio Cinzia la responsabile del delitto? I suoi occhi e le sue orecchie sono stati testimoni di qualcosa che non avrebbero mai dovuto né vedere né sentire?
Questo caso ha visto sin dall’inizio il dito puntato su Cinzia che, forse, è stata solo una scomoda testimone di qualcosa più grande di lei. Ancora oggi, a distanza di trent’anni, non è chiaro se il killer sia stato uno solo.
(fine Seconda Parte)