Mentre Europa Verde chiede 400mila euro di risarcimento all’ex governatore nel processo Ambiente Svenduto, il leader nazionale lo difende come “patrimonio politico” per le regionali.
Un singolare intreccio politico-giudiziario sta scuotendo Alleanza Verdi Sinistra nella regione pugliese, con al centro una contraddizione evidente tra le azioni legali e le scelte elettorali che coinvolgono l’ex presidente regionale Nichi Vendola e il coordinatore nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli.
Il procedimento penale “Ambiente Svenduto”, dopo l’annullamento delle sentenze di primo grado emesse dal tribunale di Taranto, è attualmente in corso di svolgimento – nella fase preliminare – presso il tribunale di Potenza. Vendola figura tra gli imputati per concussione, accusato di aver esercitato pressioni indebite sull’ex direttore generale di Arpa Puglia Giorgio Assennato, considerato troppo severo nei controlli ambientali verso l’acciaieria in mano alla dinastia Riva.
Lo scorso marzo i Verdi hanno formalizzato – secondo quanto riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno – la loro costituzione di parte civile, richiedendo esplicitamente “la conferma della responsabilità penale e la condanna di tutti gli imputati (inclusi Vendola, i Riva e i manager coinvolti) per i reati loro attribuiti, oltre al risarcimento dei danni economici per 200mila euro e altrettanti per danni morali”.
Il documento di costituzione di parte civile non lesina critiche, rievocando anche i contrasti passati tra Bonelli e Vendola: “Numerose sono state le iniziative intraprese, incluso il coinvolgimento diretto del governo attraverso comunicazioni inviate al Premier Monti. In più occasioni è stata avanzata richiesta al Governatore pugliese Vendola di autorizzare un studio epidemiologico per individuare le cause dell’elevato numero di patologie oncologiche e morti premature anche in età pediatrica. La replica di Vendola – si legge nell’atto – arrivò tramite i media, dove bollò Bonelli come ‘avvoltoio che diffama’.

Le divergenze tra i due leader erano emerse chiaramente anche durante il precedente processo tarantino. Vendola aveva contestato la condanna parlando di “massacro della giustizia”, mentre Bonelli aveva commentato la decisione del tribunale di Taranto come uno specchio della “classe dirigente” che “non ha vigilato sull’avvelenamento ambientale in quella città”.
Il caso giudiziario di Vendola rimane in corso. Da una parte i Verdi, che hanno ribadito tutte le loro richieste nell’aula di tribunale appena sei mesi fa, dall’altra Bonelli che ha strenuamente sostenuto la candidatura di Vendola, definendola una “questione democratica” e avvertendo Decaro di “non tollerare esclusioni”, definendo Vendola una “risorsa”.