Concerto che vai, classe sociale che trovi

Dal Wilderness Festival alle manifestazioni locali: come i costi in Inghilterra separano gli amanti della musica tra esperienze aristocratiche e popolari.

Sotto certi aspetti gli eventi musicali sono molto democratici. Nel senso che ce ne sono per tutti i gusti, età e censo. Si va dal concerto aristocratico a quello proletario, non nel senso di classe sociale ma di condizione economica. Questa sorta di caleidoscopio si è svolto in Inghilterra che dal punto di vista musicale e delle tendenze sociali ha rappresentato sempre un’avanguardia. Basti citare i Beatles e i Rolling Stones negli anni ’60 per la musica e il punk negli anni ’70 come tendenza musicale e fenomeno sociale. Sorto come movimento controculturale e strumento di espressione, oltre la musica punk rock, utilizza un preciso abbigliamento, come atteggiamento di ribellione e un forte legame con l’arte e la politica. Il termine “punk” in origine significava “robaccia” o “cosa senza valore”, riflettendo l’approccio provocatorio e di rifiuto verso le norme della società e la cultura di massa. 

Da qualche anno i sudditi inglesi mostrano molto interesse per il “Wilderness Festival” un evento britannico di quattro giorni nel Oxfordshire, rinomato per la sua atmosfera elegante e glamour grazie alla combinazione di musica, esperienze di lusso come cene ostentate e una spa sul lago, e attività di benessere, oltre a corsi di cucina, artigianato e teatro. Si svolge nel Cornbury Park e offre un’atmosfera di “edonismo sano” con opzioni culinarie raffinate, dibattiti e attività all’aperto.

L’estate inglese è prodiga di concerti e festival di vario genere, con una durata media di 4 giorni. Il costo per usufruire di tutti i servizi oscilla tra le 200 e 300 sterline

Sarebbe interessante sapere cosa intendono gli inglesi per edonismo sano, ma al momento non ci è giunta alcuna spiegazione. La cronaca di Oltremanica ci ha raccontato che il festival si svolge su un terreno di proprietà di ricchi possidenti che l’affittano agli organizzatori, che mettono in moto quella che è diventata una vera e propria macchina da soldi. L’estate inglese è prodiga di concerti e festival di vario genere, con una durata media di 4 giorni. Il costo per usufruire di tutti i servizi oscilla tra le 200 e 300 sterline. Si svolgono a Londra, Liverpool, Bristol, Manchester. Il costo comprende anche la possibilità di piantare una tenda nell’area adibita al campeggio libero.

I generi musicali variano com’è varia la musica: rock, folk, blues, heavy, pop, elettronica. Col passare degli anni sono diventati eventi formato famiglia e la musica è stata messa in secondo piano. Più che per questa, ci si va per vivere esperienze immersive che spaziano dal food alla meditazione, dal fitness all’impegno sociale, da incontri a tema a banali bevute colossali. In un modo o nell’altro nel Regno Unito decidere di andare ad un festival è come impegnare i gioielli di famiglia o accendere un mutuo, visti gli alti costi.

Il concerto è una forma di divertimento per molti, ma i costi aumentano anche qui.

E il proletariato che deve fare, rinchiudersi in un pub a bere birra per annegare i suoi desideri? Non è detto che bisogna per forza risparmiare per prendere un treno affollato, preparare la tenda per campeggiare e andare ai quei festival che costano minimo 200 sterline, per dire “c’ero anch’io”! In città, a volte dietro l’angolo, ci sono tanti eventi musicali a costi contenuti. Ad esempio, a fine maggio, si tiene il “Cross The Tracks”, un festival musicale di un giorno a Londra, focalizzato su jazz, funk, soul e hip-hop, che si tiene annualmente a Brockwell Park, a Brixton dove è nato David Bowie. Il prezzo del biglietto d’ingresso è scontato per i residenti. Alla fine della giostra, senza tanti fronzoli, si sono mostrati eventi più veri, autentici, rispetto a quelli più ostentati e costosi, rivelatisi festival dell’esibizionismo senza costrutto!

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