Il ddl di Fratelli d’Italia introduce nuove figure professionali per la prevenzione e percorsi obbligatori di recupero per i denunciati.
Roma – Dopo il via libera al reato di femminicidio, il Senato si prepara a esaminare una nuova proposta per contrastare la violenza di genere puntando sulla prevenzione. Il disegno di legge, presentato dal senatore di Fratelli d’Italia Renato Ancorotti e firmato da quasi quaranta parlamentari del centrodestra, introduce figure specializzate e nuovi strumenti per “evitare che continuino a ripetersi frasi del tipo: si poteva salvare, i segnali c’erano”.
Le nuove figure professionali
Il testo, ora all’esame della commissione Giustizia di Palazzo Madama, prevede l’introduzione dello psicologo e dello psichiatra forense che affiancheranno magistrati e pubblici ufficiali nei procedimenti penali relativi ai casi di violenza di genere. Questi specialisti, iscritti nell’albo dei periti presso ogni tribunale, potranno intervenire già dalla fase degli interrogatori per segnalare i casi a rischio di degenerazione.

Di fronte a condotte di “pericolo attuale” o di “reiterazione”, ufficiali, agenti di polizia giudiziaria o il pubblico ministero potranno sottoporre il soggetto denunciato a un accertamento sanitario temporaneo e obbligatorio. Spetterà poi al giudice per le indagini preliminari decidere se imporre percorsi psicoterapici per il contenimento dei comportamenti violenti.
I percorsi di recupero
I trattamenti dovranno svolgersi in presidi sanitari pubblici territoriali, presso enti e associazioni specializzati nella prevenzione, studi convenzionati e accreditati presso le procure o, se necessario, in strutture ospedaliere. Si tratta di una nuova tipologia di misura cautelare pensata specificamente per i casi di violenza di genere.
Gli specialisti forensi supporteranno anche le vittime: sarà infatti obbligatorio per la polizia giudiziaria avvalersi del loro ausilio quando acquisisce informazioni dalla persona offesa o da chi presenta denuncia o querela, procedendo senza ritardi negli atti delegati dal pubblico ministero.
Il registro pubblico dei condannati
La proposta prescrive inoltre l’istituzione presso ogni tribunale di un registro pubblico dei condannati in via definitiva per i reati da Codice Rosso: omicidio, maltrattamenti contro familiari e conviventi, violenza sessuale anche di gruppo, deformazione dell’aspetto della persona. Il sistema ricalca il registro per i sex offenders esistente negli Stati Uniti, gestito dal dipartimento di Giustizia.
Già per la notizia di reato scatterà l’obbligo di comunicarla alle banche dati delle forze dell’ordine come il Sistema di indagine (S.D.I.) e il Centro elaborazione dati (C.E.D.), creando un database centralizzato delle informazioni.
L’obiettivo della prevenzione
“L’obiettivo principale resta quello di intervenire prima che si verifichi un’escalation, fino all’omicidio”, spiega Ancorotti, che ha coinvolto nella redazione del testo anche l’avvocata Alessandra De Paola e la psicologa forense Roberta Bruzzone. Una finalità che, secondo il senatore di Fratelli d’Italia, “giustifica ogni legge” in un momento in cui i casi di violenza di genere restano ancora numerosi nonostante gli strumenti di contrasto già esistenti come i braccialetti elettronici.