Giovanna Maria Giomarino, 55 anni, si è sentita male mentre stava accompagnando un gruppo di visitatori. Inutili i soccorsi. Cgil: “Irrispettoso riaprire subito il monumento, era doveroso fermarsi”.
Roma – Dramma al Colosseo di Roma, dove ieri 19 agosto una guida turistica di 55 anni, Giovanna Maria Giomarino, ha accusato un improvviso malore mentre stava accompagnando un gruppo di visitatori all’interno del monumento. I colleghi del Parco Archeologico sono intervenuti con tempestività, ma ogni tentativo di soccorso si è rivelato inutile: la donna è morta poco dopo.
L’episodio ha immediatamente aperto il dibattito sulle condizioni di lavoro di chi opera nel settore culturale, spesso costretto a ritmi intensi e ad affrontare temperature elevate nei mesi estivi. In una nota ufficiale, la Cgil ha espresso vicinanza alla famiglia della vittima, sottolineando come questa tragedia vada ad aggiungersi a una “lista già troppo lunga di persone che perdono la vita sul lavoro”.

Le polemiche sulla riapertura immediata del monumento
Il sindacato ha inoltre stigmatizzato la decisione di riaprire subito il Colosseo dopo l’accaduto, senza sospendere le attività. “Quando si verifica una morte sul lavoro – ha osservato la Cgil – sarebbe doveroso fermarsi, anche per rispetto della persona scomparsa. Le prenotazioni dei turisti non possono prevalere sui sentimenti di cordoglio”.
Alle parole del sindacato si sono aggiunte quelle del Ministro del Turismo, Daniela Santanchè, che ha ricordato la dedizione della guida scomparsa. “Apprendo con profonda tristezza della scomparsa di Giovanna Maria Giomarino, professionista appassionata e stimata. Il mio pensiero va a lei e a tutti coloro che dedicano la vita alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale. È nostro dovere garantire loro un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso”.
La tragedia al Colosseo riporta così al centro dell’attenzione la questione della tutela dei lavoratori della cultura, un settore fondamentale per il Paese ma ancora segnato da fragilità contrattuali, stipendi inadeguati e rischi legati a condizioni di impiego spesso difficili se non proibitive.