Il giovane romano accusato di istigazione o aiuto al suicidio. Processo fissato per l’8 ottobre a Perugia.
Perugia – Il gip di Perugia ha disposto il giudizio immediato per Emiliano Volpe, 18enne di Roma arrestato lo scorso marzo nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Andrea Prospero, lo studente universitario di Lanciano trovato senza vita lo scorso 29 gennaio in una stanza in affitto nel centro storico di Perugia.
Volpe si trova ai domiciliari con l’accusa di istigazione o aiuto al suicidio. Secondo gli inquirenti, avrebbe incoraggiato il giovane a togliersi la vita fornendogli consigli sul metodo “più indolore” e indicandogli l’uso di farmaci oppiacei, poi effettivamente utilizzati dalla vittima.
Le indagini, coordinate dal procuratore Raffaele Cantone e condotte dalla polizia postale e dalla squadra mobile di Perugia, hanno portato all’analisi di dispositivi elettronici, chat e canali di comunicazione.
«Il quadro probatorio complessivamente acquisito – si legge in una nota della Procura – ha giustificato la richiesta di giudizio immediato nei confronti dell’imputato», ancora in custodia cautelare domiciliare. Il processo inizierà l’8 ottobre.
“Non sentirai dolore, fallo e basta”
Dalla ricostruzione degli investigatori, Volpe e Prospero non si sarebbero mai incontrati di persona: il contatto sarebbe avvenuto esclusivamente online, attraverso un nickname. Nelle conversazioni, il 18enne romano avrebbe fornito indicazioni per il suicidio tramite ingestione di farmaci.
La chat, recuperata dal cellulare di Andrea nonostante i messaggi cancellati dall’indagato, è un viaggio nell’orrore. Il 18enne non solo non lo dissuade, ma lo sprona: “Ce la puoi fare, vai, ammazzati. Prendili tutti assieme, beviti una bottiglia e non senti dolore. L’oxy dà piacere.” Quando Andrea smette di rispondere, il ragazzo scrive a un terzo utente: “Stiamo parlando con un morto, speriamo che sto cog***ne non ha lasciato la chat aperta sennò mi sgamano.” Alla proposta di chiamare i soccorsi, la replica è gelida: “No, facciamoci i cazzi nostri.”
Un secondo indagato
Nella stanza in via del Prospetto, affittata all’insaputa dei familiari, gli agenti hanno trovato 46 SIM card, cinque telefoni cellulari e un computer portatile. Le analisi hanno svelato una fitta rete di contatti e comunicazioni legate ad ambienti digitali e a possibili canali di approvvigionamento di sostanze.
Le indagini hanno portato anche all’iscrizione nel registro degli indagati di un coetaneo campano, accusato di cessione di stupefacenti in relazione ai farmaci oppiacei rinvenuti nella stanza, alcuni dei quali in blister vuoti. Proprio quelle sostanze avrebbero provocato la morte del giovane studente abruzzese.
Dove chiedere aiuto
Se sei in una situazione di emergenza, chiama il numero 112. Se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 199 284 284 oppure via internet da qui, tutti i giorni dalle 10 alle 24.
Puoi anche chiamare i Samaritans al numero verde gratuito 800 86 00 22 da telefono fisso o al 06 77208977 da cellulare, tutti i giorni dalle 13 alle 22.