Gli esami medico-legali: uccisa come la figlioletta Andromeda, di 11 mesi. Sul corpo anche graffi e abrasioni, forse Kaufmann la trascinò mentre era ancora viva.
Roma – Segni di strangolamento, graffi compatibili con trascinamento. L’autopsia sul corpo di Anastasia Trofimova, trovata senza vita lo scorso 7 giugno nel parco di Villa Pamphili insieme alla sua bambina di 11 mesi Andromeda, conferma l’omicidio. Accusato di entrambi i delitti è l’americano Francis Kaufmann, 46 anni, compagno della vittima, arrestato a giugno sull’isola greca di Skiathos e quindi estradato in Italia: al momento l’uomo è detenuto in isolamento a Rebibbia.
I dettagli dell’autopsia
Gli esami istopatologici hanno rilevato stravasi ematici nei tessuti molli anteriori del collo, in particolare nelle aree peri-ioidea e tiroidea, compatibili con una forte pressione esterna. Nessun elemento indica una morte per cause naturali. Si tratta di un quadro che coincide con quanto già accertato per la piccola Andromeda – che l’esame del Dna ha dimostrato essere figlia di Kaufmann -, anch’essa uccisa per strangolamento.
Oltre alle lesioni al collo, l’autopsia ha evidenziato graffi e abrasioni su diverse parti del corpo della donna, possibili conseguenze di un trascinamento mentre era ancora viva. Gli investigatori stanno verificando se queste ferite possano essere collegate al luogo del ritrovamento o a uno spostamento da parte dell’assassino.
Una consulenza aggiuntiva ha inoltre rilevato segni di pressione sulla carotide, indicativi di una modalità precisa di strangolamento. Resta da chiarire se siano stati provocati a mani nude o con un oggetto. Questo dettaglio sarà decisivo per ricostruire la dinamica e i tempi dell’aggressione.
La Procura di Roma ritiene in ogni caso ormai consolidata la ricostruzione secondo cui Kaufmann avrebbe ucciso la compagna e la figlia nel parco di Villa Pamphili, lasciando dietro di sé segni di colluttazione e tracce genetiche che lo incastrerebbero.
Kaufmann rinuncia al legale
L’uomo intanto aveva revocato il mandato al proprio avvocato, dichiarando di voler difendersi da solo. Arrestato a giugno sull’isola greca di Skiathos ed estradato in Italia, è detenuto in isolamento a Rebibbia. La legge italiana tuttavia non consente l’autodifesa in processi di questo tipo: la Procura ha quindi nominato un nuovo difensore d’ufficio.