Dalle passerelle alla ricerca scientifica, la psichedelia torna come strumento creativo e terapeutico. E per contrastare l’ansia e lo stress.
La psichedelia sembra riapparsa sulla scena, soprattutto sulle passerelle di moda dei grandi marchi, in cui vengono esibiti colori traslucidi, assonanze cromatiche oniriche e caratteristiche frutto di assunzione di sostanze psicotrope. Il termine deriva dal greco antico e il suo significato è “estensione della coscienza”. Scientificamente si tratta di sostanze psicoattive in grado di dilatare la coscienza e alterare i sensi. Quelle più note sono LSD, la mescalina, la psilocibina e il DMT.
Ma dalla scienza al costume il passo è stato breve. La psichedelia fece irruzione, soprattutto negli anni ’60, nella musica, letteratura, cinema, moda, arte visiva, grazie alla “cultura hippy” sorta a San Francisco, California, le cui tematiche principali erano la non violenza, l’antimilitarismo e l’ambientalismo. Il fenomeno si estese a tutti gli States, poi al Regno Unito e, infine, in tutto il mondo.

Quello che sembra una sua rinascita non riguarda solo l’immagine e le altre forme espressive, moda, arte e musica, ma potrebbe essere uno strumento da utilizzare per comprendere la realtà. Non si tratta di disquisire di forme e di estetica, ma di pensare ad un modo altro per guardare al presente grazie all’arte, moda, scienza e spiritualità. A confermare questa frenesia basti citare i tanti happening artistici, sperimentazioni scientifiche e pratiche spirituali. E’ forte la spinta ad andare oltre la consuetudinaria percezione per spingersi verso l’irrazionale e l’ignoto.
E sono proprio i laboratori scientifici a parlare di sostanze psichedeliche abbandonate nel dimenticatoio perché considerate illegali ed invece, ora, vengono studiate per contrastare la depressione, l’ansia, dipendenze varie e disturbi post-traumatici da stress.
Negli USA la “Multidisciplinary Assciation for Psychedelic Studies” (MAPS), un’organizzazione multidisciplinare per gli studi psichedelici, un ente no-profit americano orientato alla crescita della consapevolezza e la comprensione delle sostanze psichedeliche, ritiene che la rinascita della psichedelia non deve restare nell’alveo della curiosità di costume, ma deve essere considerata una vera e propria ricchezza. Sul piano delle esperienze spirituali il fenomeno sembra aver attecchito di meno.

E’ vero che in tutto il mondo sono numerosi gli avvenimenti in cui si intrecciano riti antichi e psichedelia. Ma questo succede da quando è nato l’uomo. Si fa uso di funghi, piante e orazioni antiche. E’ tornato in auge lo sciamanesimo, un insieme di pratiche e credenze che coinvolgono il contatto con il mondo degli spiriti per ottenere conoscenza, guarigione o potere, ma anche per fare un viaggio dentro sé stessi. Un fermento che porta le persone a tentare di dare “senso” alla vita, perché senza, essa è solo un banale passaggio dalla nascita alla morte.
La psichedelia non deve restare confinata nell’ambito di, seppur, alte espressioni come la moda, la musica, l’arte, il teatro, il cinema, ma deve essere vista come un nuovo arnese a disposizione per affrontare la realtà. Non tanto per allontanarsene, ma per indagarla fino in fondo. La scienza parla di cura, la psicologia di attenzione, l’arte di creatività. Comunque sia, è fondamentale che alla base ci siano fermento e vivacità culturali. Perché il mutamento, uno dei motori fondamentali della storia, che ha contraddistinto l’uomo sin dalla sua genesi, semmai si verificherà, dipenderà dal modo in cui percepiremo il reale e dal suo rapporto con l’io più profondo!