Operazione della Squadra Mobile: i cinque fermati agivano in gruppo derubando le auto in sosta. Tra loro anche una donna.
Como – Erano specializzati nei furti su auto in sosta, con particolare attenzione ai veicoli dei turisti, i cinque cittadini sudamericani arrestati ieri dalla Polizia di Stato di Como al termine di una complessa operazione di contrasto alla microcriminalità urbana. Si tratta di due uomini cubani di 42 e 29 anni, due colombiani di 32 e 41 anni e una donna colombiana di 36 anni.
L’intervento è scattato nella tarda mattinata, quando gli agenti della 3ª sezione della Squadra Mobile, impegnati in un servizio investigativo nel centro città, hanno notato un’auto con un comportamento sospetto: procedeva lentamente, fermandosi nei pressi delle vetture parcheggiate.
Poco dopo, il 32enne colombiano è stato visto scendere e comunicare via auricolare con gli altri complici, mentre si aggirava tra i clienti dei locali di Piazza Volta. La banda è stata pedinata fino a Viale Varese, dove gli agenti li hanno colti sul fatto mentre tentavano di forzare un’auto per sottrarre valigie e zaini.
L’immediato intervento della polizia ha provocato la reazione violenta dei malviventi, che hanno cercato di fuggire aggredendo gli agenti. Tre di loro – la donna e due uomini – sono riusciti a risalire a bordo del veicolo a noleggio, ma sono stati bloccati sulla A36 nel comune di Bregnano (CO) grazie al tracciamento GPS e all’intervento della Polizia Stradale di Busto Arsizio.
Portati in Questura, i cinque sono stati arrestati per furto aggravato, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di armi improprie e strumenti da scasso. Dai controlli sono emersi gravi precedenti: il 42enne cubano era già stato condannato per ricettazione e detenzione di armi, mentre il 29enne risultava destinatario di una condanna a quasi due anni per rapina e resistenza, aggravata da circostanze legate a un omicidio doloso.
Il gruppo è stato posto a disposizione del pubblico ministero di turno e sarà giudicato con rito direttissimo. Il 29enne, in particolare, è stato trasferito alla casa circondariale di Como per l’esecuzione della pena residua.
L’operazione rappresenta un importante successo per la Questura di Como, impegnata a contrastare in modo sistematico i reati contro il patrimonio e a garantire la sicurezza nel cuore della città, soprattutto nei confronti dei turisti, spesso bersaglio di bande specializzate.