Carabinieri e NAS scoprono una rete di abusi in due comunità alloggio: vittime umiliate, picchiate, sedate senza controllo. Sigilli anche a una terza struttura legata alla stessa cooperativa.
Siracusa – Inchiesta sconvolgente in provincia di Siracusa: 16 persone sono finite nel mirino della giustizia con accuse gravissime per maltrattamenti e violenze sistematiche ai danni di anziani e disabili ospiti di strutture socio-sanitarie.
Questa mattina i Carabinieri della Compagnia di Noto, in collaborazione con il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (NAS) di Ragusa, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Siracusa su richiesta della Procura.
Le indagini hanno portato alla scoperta di condizioni disumane e violente all’interno di due comunità alloggio di Pachino, dove vivevano circa 20 ospiti con disabilità psichiche e persone anziane. Il tutto con la complicità – e in alcuni casi la direzione – dei responsabili delle strutture.
Nello specifico, 5 persone sono state condotte in carcere, 7 sono agli arresti domiciliari, con divieto di esercitare attività di cura per 12 mesi. Infine 4 avranno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, anch’essi con interdizione professionale.
Le tre strutture socio-assistenziali, due oggetto diretto dell’indagine e una terza riconducibile alla stessa cooperativa, sono state sequestrate preventivamente. I pazienti sono già stati affidati a strutture idonee.
Le violenze: legati al letto e lasciati senza aiuto
L’indagine è nata da segnalazioni di cittadini preoccupati per le condizioni degli ospiti. Grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali, i carabinieri hanno documentato un contesto di sistematiche vessazioni fisiche e psicologiche: schiaffi, pugni, insulti, minacce, umiliazioni.
Uno dei casi più gravi riguarda una giovane donna psichiatrica legata per ore al letto con strumenti di contenzione senza reali motivi terapeutici, costretta a chiedere pietà per poter mangiare o andare in bagno, mentre veniva punita con ulteriori maltrattamenti.
Cure abusive e farmaci somministrati senza titoli
Le accuse non si fermano alle violenze fisiche. Gli investigatori hanno documentato una gestione sanitaria abusiva: farmaci anche invasivi venivano somministrati da personale non qualificato, mettendo seriamente a rischio la salute dei degenti.
Le strutture, secondo quanto emerso, erano orientate alla massimizzazione del profitto, con gravi anomalie igienico-sanitarie e gestionali, del tutto inadeguate per l’assistenza a persone fragili.
Fondamentale il ruolo svolto dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma, che ha contribuito con la propria expertise a verificare le condizioni delle strutture e la condotta degli operatori, in una filiera di controllo che punta a proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione.