alligator alcaraz

Due italiani ad “Alligator Alcatraz”: chi sono e perché sono nel carcere più discusso degli Usa ?

Mirabella Costa e Artese sono detenuti nel controverso centro per migranti in Florida. Le loro storie, le accuse, le condizioni del centro e l’intervento della Farnesina.

Due cittadini italiani si trovano attualmente detenuti in un controverso centro per migranti della Florida, soprannominato “Alligator Alcatraz” per la sua posizione isolata nella zona paludosa della Big Cypress National Preserve. La struttura, concepita per trattenere migranti in attesa di espulsione, è già stata oggetto di critiche da parte di ONG e organi internazionali per le condizioni di detenzione ritenute disumane.

Da Taormina alla Florida: il caso di Gaetano Mirabella Costa

Gaetano Cateno Mirabella Costa, 45 anni, originario di Taormina, è stato arrestato il 3 gennaio 2025 nella contea di Marion con l’accusa di possesso illecito di farmaci, aggressione e violenza ai danni di un anziano. Dopo una condanna e sei mesi di detenzione, il 7 maggio è stato trasferito sotto la custodia dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement) per l’avvio della procedura di espulsione dagli Stati Uniti. Il 9 luglio è stato condotto nel centro di detenzione migranti di Dade-Collier, ribattezzato Alligator Alcatraz. Il suo legale ha denunciato violazioni dei diritti umani e contestato la durata del trattenimento, avviando un ricorso contro le autorità americane.

Il carcere Alligator Alcatraz di Florida

Il caso Artese: un mandato dimenticato e la doppia cittadinanza

Fernando Eduardo Artese, 63 anni, nato a Buenos Aires ma in possesso anche della cittadinanza italiana, viveva da circa un decennio negli Stati Uniti con la moglie e la figlia. Fermato durante un controllo il 25 giugno 2025, è emerso un mandato d’arresto relativo a una vecchia infrazione per guida senza patente. Il 1° luglio è stato affidato all’ICE e due giorni dopo trasferito nello stesso centro di Mirabella Costa. A differenza del connazionale, Artese non ha precedenti gravi, ma il suo caso è emblematico delle falle del sistema burocratico legato allo status migratorio.

Denunce e condizioni nel centro: “Qui si umiliano i migranti”

In un’intervista rilasciata al quotidiano La Voce di New York, Artese ha descritto la struttura come un luogo in cui “le persone vengono trattate come criminali”, parlando di razioni alimentari insufficienti, mancanza di cure mediche e un clima di costante tensione. La testimonianza si aggiunge a molte altre raccolte dalla stampa americana, che denunciano celle sovraffollate, isolamento prolungato e uno stile di gestione più simile a quello penitenziario che a un centro amministrativo.

Che cos’è “Alligator Alcatraz” e perché solleva polemiche

Il centro, inaugurato il 3 luglio 2025 nell’ex aeroporto Dade-Collier, è stato pensato per trattenere in modo temporaneo i migranti in attesa di rimpatrio. La sua posizione remota e la presenza di fauna selvatica – in particolare alligatori – funge da deterrente contro tentativi di fuga. Ma sono proprio l’isolamento e le misure di sicurezza straordinarie ad alimentare le critiche, che parlano di una struttura sproporzionata rispetto alla funzione amministrativa per cui è stata concepita.

Intervento della Farnesina: monitoraggio e tutele

Il Ministero degli Esteri italiano ha confermato di seguire attentamente la situazione attraverso il Consolato Generale a Miami e l’Ambasciata a Washington. In una nota ufficiale, la Farnesina ha dichiarato di essere in costante contatto con ICE e con i familiari dei due detenuti, assicurando assistenza consolare e il rispetto delle tutele previste per i cittadini italiani detenuti all’estero. Entrambi sono in attesa di rimpatrio, anche se non è ancora stata fissata una data per il rientro.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa