Il 47enne panettiere albanese di Torremaggiore tentò anche di ammazzare la donna, difesa dalla 16enne poi caduta sotto i colpi del padre.
Foggia – I giudici della Corte d’Assise di Foggia hanno condannato all’ergastolo con isolamento diurno di un anno e sei mesi Taulant Malaj, il panettiere albanese di 47 anni responsabile del brutale omicidio della figlia sedicenne Jessica Malaj e del vicino di casa Massimo De Santis, oltre che del tentato omicidio della moglie Tefta Malaj. La sentenza, emessa a seguito del processo iniziato il 22 marzo 2024, conferma la richiesta della Procura di Foggia, che il 30 maggio 2025 aveva chiesto la pena massima per il duplice delitto avvenuto il 7 maggio 2023 a Torremaggiore, in provincia di Foggia.
La tragedia si è consumata nella notte del 7 maggio 2023 in un palazzo di via Togliatti a Torremaggiore. Taulant Malaj, ossessionato dall’idea – priva di fondamento – che la moglie Tefta avesse una relazione con il vicino di casa Massimo De Santis, titolare di un bar nel centro di Foggia, ha messo in atto un piano omicida. Quella notte, il 47enne ha atteso De Santis nell’androne del palazzo e lo ha affrontato sulle scale, colpendolo mortalmente con 24 coltellate. Successivamente, Malaj è salito nel suo appartamento, dove ha aggredito la moglie Tefta con numerosi fendenti, lasciandola gravemente ferita. La figlia maggiore, Jessica, una studentessa di 16 anni del terzo anno del liceo classico “Fiani” di Torremaggiore, ha tentato disperatamente di difendere la madre, ma è stata uccisa con quattro coltellate dal padre. Nella casa era presente anche il figlio minore della coppia, un bambino di cinque anni, che ha assistito impotente alla tragedia.
Uno degli elementi più inquietanti del caso è il video di 62 secondi registrato da Malaj stesso durante il delitto. Nel filmato, l’uomo ha commentato le sue azioni mentre le compiva, per poi inviarlo a un conoscente. Il video è rapidamente diventato virale sui social media, amplificando l’orrore della vicenda. Nonostante le gravi ferite, Tefta Malaj è riuscita a dare l’allarme, contattando il 118 con un grido disperato: “Accoltellata, mio marito mi ha accoltellato”. Quando i carabinieri sono arrivati sul posto, hanno trovato Malaj nei pressi del portone, con mani e abiti ancora sporchi di sangue. L’uomo ha confessato agli agenti di aver ucciso tre persone, ignaro che la moglie fosse sopravvissuta.
Il processo, iniziato il 22 marzo 2024 davanti alla Corte d’Assise di Foggia, ha visto il rigetto da parte del gip della richiesta di rito abbreviato presentata dalla difesa di Malaj, nonché della questione di legittimità costituzionale di alcune norme sollevata dagli avvocati. Tefta Malaj, sopravvissuta all’aggressione, si è costituita parte civile, rappresentando un simbolo di resilienza in aula. Durante il dibattimento, Malaj ha ammesso di aver agito spinto da sospetti di una relazione tra la moglie e De Santis. Ha raccontato ai magistrati che i due si sarebbero conosciuti in seguito a un incidente stradale e che, in più occasioni, aveva notato comportamenti che alimentavano i suoi dubbi, come il fatto che la moglie non rispondesse alle sue chiamate o che De Santis l’avesse accompagnata in giro con la sua Maserati. Tuttavia, non è emersa alcuna prova concreta a sostegno di questi sospetti.