Prato, disarticolato un sistema di frode fiscale nel settore tessile: 13 indagati

Operazione congiunta di Guardia di Finanza, Procura e Agenzia delle Entrate: scoperti falsi fatturati, società cartiere e autoriciclaggio. I primi indagati aderiscono agli accertamenti fiscali.

Prato – Un’importante operazione di contrasto all’evasione fiscale è stata portata a termine dalla Guardia di Finanza di Prato, in collaborazione con la Procura della Repubblica e l’Agenzia delle Entrate, grazie all’attuazione del protocollo d’intesa siglato nel dicembre 2024. L’indagine ha permesso di smantellare un complesso sistema di frode fiscale nel settore tessile, portando all’individuazione di 13 soggetti indagati e al recupero immediato di oltre mezzo milione di euro, già introitato nelle casse dello Stato.

Le accuse formulate nei confronti degli indagati includono l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, l’infedele e omessa dichiarazione dei redditi, nonché i reati di riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti, in violazione del Decreto Legislativo 74/2000.

Le modalità della frode

Secondo quanto emerso dall’attività investigativa, il sistema fraudolento si articolava attraverso diversi schemi, quali l’utilizzo di imprese cartiere, ovvero società fittizie interposte nei rapporti di fatturazione, utilizzate per emettere falsa documentazione a beneficio dei reali responsabili, la costituzione di una società “esterovestita”, registrata formalmente in Bulgaria ma operante in Italia, per eludere il fisco italiano, creazione di ditte individuali e società intestate a prestanome, ma effettivamente gestite da un ristretto gruppo di soggetti coinvolti nella frode.

I profitti generati venivano successivamente ripuliti tramite complesse operazioni di autoriciclaggio a cura degli stessi indagati, oppure mediante riciclaggio e reimpiego da parte di soggetti terzi, successivamente identificati e ricondotti alle proprie responsabilità penali.

L’attività di accertamento tributario ha permesso di ricostruire con precisione l’impianto economico della frode, inducendo alcuni indagati ad aderire immediatamente ai verbali di contestazione fiscale, riconoscendo la solidità delle prove raccolte. Tale procedura ha consentito allo Stato di recuperare oltre 500.000 euro, una cifra significativa che rappresenta un primo, concreto risultato nel più ampio obiettivo di contrasto ai reati economico-finanziari.

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