La 16ª edizione della Task Force organizzata dall’Europol ha analizzato oltre 100 milioni di immagini e video, portando all’identificazione di tre vittime e al salvataggio di centinaia di bambini.
L’Aia – La lotta contro l’abuso sessuale sui minori rappresenta una delle sfide più urgenti e complesse che le forze dell’ordine di tutto il mondo devono affrontare nell’era digitale. Con l’espansione di internet e delle piattaforme web, i crimini contro i minori hanno assunto dimensioni transnazionali che richiedono una risposta coordinata e internazionale.
In questo contesto, operazioni come la Task Force per l’Identificazione delle Vittime (VIDTF), organizzate dall’Europol, dimostrano come la cooperazione tra Paesi possa fare davvero la differenza nella protezione dei bambini più vulnerabili e nell’identificazione dei responsabili di questi orribili crimini.
Cos’è l’Europol
L’Europol (Agenzia dell’Unione Europea per la Cooperazione nell’Applicazione della Legge) è l’agenzia di polizia dell’Unione Europea con sede a L’Aia, nei Paesi Bassi. Fondata nel 1998, l’Europol supporta i 27 Stati membri dell’UE nella loro lotta contro il terrorismo, la criminalità informatica e altre forme gravi di criminalità internazionale. L’agenzia facilita lo scambio di informazioni tra le forze dell’ordine nazionali, fornisce analisi operative e coordina operazioni congiunte. L’Europol non ha poteri di arresto propri ma lavora come centro di coordinamento e supporto per le autorità nazionali. L’Agenzia mette a disposizione expertise specializzata, tecnologie avanzate e una vasta rete di collaborazioni internazionali per combattere la criminalità transfrontaliera.

Un’operazione di due settimane che ha coinvolto esperti da oltre 30 Paesi
Dal 12 al 23 maggio 2025, esperti nell’identificazione delle vittime provenienti da oltre 30 Paesi hanno collaborato con l’Europol per analizzare centinaia di immagini e video raffiguranti vittime non identificate di abusi sessuali su minori. La sedicesima edizione della Task Force per l’Identificazione delle Vittime (VIDTF) si è svolta presso la sede dell’Europol, con l’obiettivo di rintracciare i perpetratori e identificare le vittime attraverso l’analisi di oltre 100 milioni di immagini e video di materiale pedopornografico sequestrato dalle forze dell’ordine di tutto il mondo.
La forza della collaborazione internazionale
La natura collaborativa della task force rappresenta uno dei suoi punti di forza principali. Gli investigatori hanno portato con sé competenze professionali specifiche e una ricca varietà di prospettive culturali e competenze linguistiche. Si tratta di elementi cruciali per affrontare la portata globale di questi crimini. I diversi background spesso si rivelano fondamentali nell’interpretare indizi sottili presenti nelle immagini che possono portare all’identificazione di una località o di una vittima.
Risultati concreti: oltre 50 casi trasmessi alle autorità nazionali
Durante l’operazione dello scorso maggio, i partecipanti hanno esaminato circa 250 dataset, ciascuno raffigurante una vittima minorenne non identificata. Grazie alla loro analisi meticolosa e alla condivisione delle conoscenze, è stato possibile determinare il probabile Paese in cui sono avvenuti i crimini in circa 190 dataset. L’Europol ha già condiviso oltre 50 di questi casi con le autorità nazionali, mentre la distribuzione di ulteriori informazioni è tuttora in corso. Finora, tre delle vittime sono state identificate e messe in sicurezza dalle autorità nazionali competenti.
La varietà e la portata degli abusi
I dataset analizzati variavano da registrazioni di sfruttamento sessuale diretto commesso da autori sconosciuti contro vittime minorenni, a registrazioni di esposizione sessuale in diretta streaming commessa da minori a seguito di adescamento e coercizione da parte di vari perpetratori. Le vittime mostrate coprono tutte le fasce d’età e provengono da varie regioni del mondo. Si va dai bambini piccoli agli adolescenti.

L’impatto delle operazioni VIDTF nel tempo
Identificare le vittime in un volume così grande di materiali è reso ancora più complesso dal panorama digitale in continua crescita. Dal 2014, le operazioni VIDTF hanno contribuito a mettere in sicurezza oltre 940 bambini e hanno portato all’arresto di più di 283 autori di reato.
L’iniziativa “Trace an Object”: ogni indizio può salvare un bambino
Europol invita il pubblico a contribuire – attraverso l’iniziativa “Trace an Object” – all’identificazione di alcuni oggetti visibili nel materiale di abuso su minori. L’agenzia ha appena rilasciato una nuova serie di immagini contenenti dettagli estratti da casi irrisolti di abuso sessuale su minori.

Che si tratti di riconoscere un marchio regionale, un oggetto domestico comune in un Paese specifico o un indizio linguistico, il contributo di ciascuno potrebbe essere fondamentale. Nessun dettaglio è troppo piccolo e il coinvolgimento dei cittadini potrebbe aiutare a mettere in sicurezza un bambino o contribuire a portare un criminale davanti alla giustizia.
Terminologia appropriata per i media
Inoltre l‘Europol incoraggia anche l’utilizzo della giusta terminologia quando si parla di bambini. Anziché “pornografia infantile” è meglio parlare di “materiale di abuso (sessuale) su minori”. L’uso del termine “pornografia infantile” aiuta chi commette il reato poiché sottintende legittimità e consenso da parte della vittima. Di fatto, utilizzando l’espressione “pornografia infantile”, si evocano immagini di bambini che posano in posizioni “provocanti”, piuttosto che di bambini che subiscono abusi orribili. Ogni fotografia o video cattura una situazione reale in cui un bambino è stato abusato. E questa non è pornografia.