città americane Houston Texas

Le grandi città americane stanno sprofondando: la realtà supera l’horror

Negli Stati Uniti, 20 città su 28 registrano cedimenti del terreno pericolosi per milioni di abitanti. Il peso urbano e lo sfruttamento delle falde acquifere mettono a rischio infrastrutture e vite.

Solo nei film o nei romanzi di fantasy o di horror si era verificato che una città potesse sprofondare. Lo spettacolo sbigottiva lo spettatore che dopo un attimo di terrore e aver avvertito un lungo brivido freddo che lentamente scendeva lungo la schiena come una lama, si riprendeva dallo spavento, consapevole che si trattava solo di fiction. Ed invece la realtà ha superato la fantasia. Una notizia che presto si è propagata sul web ci ha informato che alcune città statunitensi si stanno abbassando.

Non si tratta dell’equivalente fenomeno che capita agli esseri umani che con l’avanzare dell’età vedono abbassarsi l’altezza, principalmente a causa di cambiamenti fisiologici nella colonna vertebrale e nel metabolismo osseo.  Qui il fenomeno non è dovuto a cause naturali, ma per l’elevato sfruttamento delle falde acquifere che, associato al notevole peso delle città, ha prodotto, ad esempio a Houston, Texas, un abbassamento di circa 10 millimetri annui.

città americane new york
Nel 20% delle città Usa si è assistito ad un abbassamento del terreno, con gravi rischi per circa 34 milioni di abitanti della zona.

Altre città, come Las Vegas, New York e Washington stanno patendo lo stesso processo, destando allarme tra gli scienziati. “Nature Cities” è un periodico scientifico online che promuove studi sulla natura nelle città e la biodiversità urbana. Ha pubblicato un’indagine che ha calcolato il rischio di sprofondare in 28 città tra le più popolose degli USA. Ebbene, nel 20% di esse si è assistito ad un abbassamento del terreno, con gravi rischi per circa 34 milioni di abitanti della zona.

Come detto il motivo è lo sfruttamento delle falde acquifere, noto come subsidenza, reso ancora più pericoloso per il peso eccessivo delle città. Dallo studio è emerso che questo processo di logoramento sta indebolendo gli edifici, ponti, strade e dighe. Basta solo un minimo movimento per intaccare la sicurezza e la stabilità di palazzi e infrastrutture pubbliche. Molte città hanno registrato un abbassamento del terreno che varia da 2 a 10 millimetri all’anno. Nel Texas, invece, si parte da un minimo di 5 fino a 10.

A causa dello dfruttamento della faglia acquifera, molte città rischiano di crollare. Quando ci si accorge della minaccia è già troppo tardi.

L’articolo pubblicato è stato curato dagli scienziati dell’Earth Observation and Innovation (EOI) Lab del Virginia Tech, il cui obiettivo principale è di creare approfondimenti completi e dinamici sulle attuali problematiche ambientali in tutto il mondo. Integrando l’Osservazione della Terra via satellite, l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico e l’analisi dei big data, l’EOI-Lab mira a monitorare e analizzare le attuali e urgenti problematiche ambientali su scala globale. Si tratta di una criticità molto dannosa ma più infida perché agisce silenziosamente e nel lungo periodo. I rischi, inoltre, crescono al mutare dei tassi di subsidenza. Ad esempio quote più elevate si sono manifestate a Las Vegas, Washington e New York. L’aspetto più grave è che quando ci si accorge della minaccia è già troppo tardi, soprattutto nei centri in rapida espansione urbana.

Sarebbe necessaria e urgente un ripensamento della politica delle aree urbane, bloccando nuove costruzioni, controllando con accuratezza la struttura geomorfologica del territorio. Ma è come predicare nel deserto. Nel Belpaese le politiche urbane sono gestite dagli enti territoriali le cui campagne elettorali vengono, sovente, finanziate da grandi colossi delle costruzioni, i primi ad essere avvantaggiati in caso di appalti. Basti citare il caso di Milano con gli arresti di funzionari comunali con varie accuse tra cui corruzione, frode processuale, depistaggio e falso. E le città sprofondano!

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa