Identificato un cittadino cinese che, tramite una sua azienda, ricopriva il ruolo di rappresentante fiscale in migliaia di queste società.
Firenze – Un controllo effettuato da militari della Finanza e funzionari dell’Agenzia delle Entrate ha portato alla scoperta di oltre 1000 società estere inesistenti operanti nel settore del commercio di prodotti via internet.
A destare il sospetto degli investigatori la elevata frequenza con cui ricorreva il nome di un cittadino di origine cinese. Dopo un’approfondita e lunga analisi, è stato appurato che l’uomo, tramite una propria società di elaborazioni dati appositamente costituita, ha ricoperto, da gennaio 2024 a marzo 2025, il ruolo di rappresentante fiscale per circa 1600 società a responsabilità limitata, tutte esercenti l’attività di commercio al dettaglio di prodotti via internet, con sedi legali ubicate in diversi paesi UE ed extra UE ma fiscalmente domiciliati a Firenze presso la sua società.
L’assenza di adempimenti fiscali in termini di dichiarazioni, liquidazioni e versamenti IVA, piuttosto che l’osservazione dei flussi della fatturazione elettronica obbligatoria, ha fatto emergere che le partite I.V.A. erano state avviate, almeno sulla carta, come rappresentanza fiscale di altrettante società estere, senza aver ricevuto le dovute autorizzazioni ovvero omettendo di istituire un impianto contabile, obbligatorio per le società che operano sul territorio.
La mancanza di documentazione a supporto ha fatto sorgere il dubbio che tali società potessero servire per mascherare reati fiscali di vario genere, dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti al riciclaggio di denaro, al trasferimento illecito di fondi all’estero o indebite monetizzazioni di crediti d’imposta.
Il sistema con il quale tali società venivano aperte era il medesimo: il soggetto cinese estrapolava quotidianamente, tramite accesso a un portale il cui link veniva appositamente inviato sull’applicazione di messaggistica istantanea “WeChat”, un mero elenco di soggetti giuridici esteri per i quali veniva richiesta l’apertura della Partita Iva italiana.
La Direzione Provinciale di Firenze ha tempestivamente emesso l’apposito provvedimento di chiusura della partita Iva della società di rappresentanza fiscale, impedendo così l’apertura di nuove partite Iva inesistenti, utilizzabili per il compimento di presunte attività illecite.
Per le società estere controllate, oltre 1000, sono in corso le procedure per l’irrogazione delle sanzioni, nonché per la chiusura della partita Iva e l’esclusione dalla banca dati V.I.E.S.