In manette Tancredi Antoniozzi: il figlio del deputato di FdI nella banda dei rapinatori di Rolex

Il giovane, noto alle cronache per precedenti episodi violenti, avrebbe orchestrato colpi mirati contro coetanei, individuati attraverso i social.

Roma – Tancredi Antoniozzi, 22enne figlio del deputato di Fratelli d’Italia Alfredo Antoniozzi, è finito in carcere con l’accusa di rapina, sospettato di essere il leader di una banda dedita a furti di Rolex nella zona di Roma Nord. Il giovane, noto alle cronache per precedenti episodi violenti, avrebbe orchestrato colpi mirati contro coetanei, individuati attraverso i social, con l’aggiunta di “cavalli di ritorno” per lucrare ulteriormente. Le indagini, partite a dicembre 2024, hanno portato alla luce un intreccio di rapine, spaccio di cocaina e minacce, con la collaborazione chiave di uno degli indagati, Manuel Fiorani.

L’operazione della Polizia, coordinata dal commissariato Ponte Milvio, ha smantellato una rete criminale che terrorizzava i giovani di Roma Nord. Tancredi Antoniozzi, arrestato e condotto in carcere, è considerato il promotore di un gruppo che include David Cesarini, 28 anni, già detenuto, Manuel Fiorani, 24 anni, e Michael Giuliano, 25 anni, entrambi a piede libero. Le vittime, spesso coetanei dei rapinatori, venivano adocchiate sui social, pedinate e derubate dei loro orologi di lusso. In alcuni casi, la banda avrebbe tentato il “cavallo di ritorno”, chiedendo un riscatto per restituire i beni rubati.

Le indagini sono scattate il 15 dicembre 2024, quando una pattuglia è intervenuta in via Gallese 18, a Ponte Milvio, dopo una segnalazione di un tentativo di irruzione nell’appartamento di Fiorani. Quest’ultimo, fermato sul posto, ha confessato di aver preso parte a due rapine con Antoniozzi il 9 e l’11 dicembre, una delle quali in via Cavalier d’Arpino. Fiorani ha rivelato di aver conosciuto il 22enne a luglio 2024 nella palestra Juvenia, dove Antoniozzi gli avrebbe proposto di consegnare cocaina per suo conto, avviando una collaborazione che si è poi estesa alle rapine.

Secondo il racconto di Fiorani, Antoniozzi non era solo un rapinatore ma anche un soggetto violento e intimidatorio. “Se parli, ammazzo tua madre,” gli avrebbe detto in più occasioni, spingendolo a collaborare con gli inquirenti per paura di ritorsioni. La cocaina, inizialmente consegnata da Fiorani per conto del figlio del deputato, potrebbe aver alimentato il giro di affari della banda, anche se gli investigatori stanno ancora chiarendo il peso dello spaccio nella loro attività criminale.

Il passato di Antoniozzi non aiuta la sua posizione. Nel maggio 2024, fermato dai carabinieri mentre sfrecciava su una Range Rover nel centro di Roma, aveva insultato e aggredito i militari, patteggiando 8 mesi per resistenza e lesioni. Tre anni fa, nel gennaio 2022, era stato indagato per una rissa a Cortina d’Ampezzo, dove un gruppo di romani, tra cui lui, aveva aggredito giovani trevigiani. Ora, il carcere segna un punto di svolta per un giovane che sembra aver fatto della violenza una costante.

La Procura di Roma, sotto la guida del pm Claudia Terracina, sta ricostruendo la rete della banda. Le telecamere di sorveglianza di Ponte Milvio e i tabulati telefonici hanno fornito elementi decisivi, mentre la confessione di Fiorani ha permesso di collegare Antoniozzi ai colpi di dicembre. David Cesarini, già in carcere per altri reati, e Michael Giuliano restano sotto indagine, ma è il ruolo del figlio del deputato a catalizzare l’attenzione.

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