Il 4 marzo di 20 anni fa, il dirigente Sismi venne ucciso a Baghdad per riportare a casa la giornalista Sgrena. Esce il film “Il Nibbio”.
Roma – Il 4 marzo 2005, vent’anni fa, Nicola Calipari veniva ucciso a Baghdad, in Iraq, sulla strada verso l’aeroporto, mentre stava riportando a casa la giornalista Giuliana Sgrena appena liberata dopo quasi un mese di prigionia. La moglie, Rosa Villecco Calipari, parla da Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’, alla vigilia dell’anniversario che vedrà anche l’uscita del film “Il Nibbio” di Alessandro Tonda, nelle sale dal 6 marzo. Un film che racconta quei drammatici 28 giorni prima che l’alto dirigente del Sismi sacrificasse la sua vita per salvare la giornalista de il Manifesto, proteggendola con il suo corpo dal fuoco amico, dopo essersi speso in ogni modo per la sua liberazione attraverso lunghe trattative con la cellula terroristica che l’aveva rapita, ma ne racconta anche il lato umano, con la moglie e i figli.
“Il 5 marzo ci sarà la commemorazione di Nicola Calipari nell’aula di Montecitorio? Lo apprendo da lei“, dice la moglie di Calipari a Fabio Fazio. “Nicola è entrato in polizia per una scelta. Ha sempre fatto scelte
coraggiose. Il coraggio non è qualcosa che ti arriva di botto, è la fine di una serie di scelte, è un modo di essere costruito in tutta la vita, dei valori morali che hai dentro e che ti portano a non essere altro da quello -ha spiegato la Villecco Calipari-. Altrimenti non mi sarei mai spiegata perché avesse lasciato me e i suoi figli per proteggere Giuliana. Non poteva fare altrimenti, ha sempre tutelato i più deboli, i minori, gli omosessuali, gli immigrati. Era un poliziotto atipico ma vorrei tanto, invece, che fosse tipico questo
modello di persona che coniuga sicurezza e tutela dei diritti umani”.
“La lucidità della reazione e arrivata qualche mese dopo, quando ho pensato che per Nicola avrei dovuto chiedere verità e giustizia, ho pensato che Nicola meritasse una battaglia -ha proseguito-. Avevo di
fronte gli Stati Uniti, mi dicevamo ma vuoi fare la guerra agli Stati Uniti? No, io volevo capire. Nicola era una persona prudente e attenta, non era la prima negoziazione che faceva, la prima persona che liberava, non aveva cattivi rapporti con gli Stati Uniti”. A interpretare il film “Il Nibbio”, Claudio Santamaria, che ha dichiarato :”Un film che al di là del singolo episodio, racconta una figura istituzionale che aveva una profonda umanità e questo è l’aspetto su cui ci siamo concentrati di più, aveva come unica arma la mediazione”.
“Mi sono concentrato, al di là del dimagrimento fisico che serviva più... non per l’iconografia di Nicola, perché non lo conosceva nessuno, essendo agente di servizi segreti, ma più per individuarlo sullo schermo come una figura appunto di dialogo e non di forza, di prestanza fisica, volevo che rappresentasse quell’aspetto lì, e mi sono concentrato appunto sul suo grande rispetto e amore per la sacralità della vita, questo suo bisogno di proteggere la vita a tutti i costi, una figura che io metto tra le figure che appartengono all’Italia bella”.