La decisione ha sorpreso i parenti della vittima. Contrario il Pm: “Dopo aver ucciso ha agito con astuzia fuggendo, cambiando bicicletta e tagliandosi i capelli”.
Bergamo – Si è aperto con un colpo di scena il processo per l’omicidio di Sharon Verzeni. I giudici della Corte d’Assise di Bergamo hanno accolto la richiesta di una perizia psichiatrica per Moussa Sangare, reo confesso dell’omicidio, avvenuto a Terno d’Isola nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2024.
L’avvocato difensore, Giacomo Maj, ha avanzato la richiesta di valutare sia la capacità del suo assistito di affrontare il processo sia la sua lucidità mentale al momento del delitto. Secondo il legale, alcuni elementi farebbero emergere un atteggiamento di Sangare “distaccato dalla realtà”.
Il pubblico ministero Emanuele Marchisio si è opposto alla perizia, sottolineando che l’imputato era stato dimesso dal reparto protetti a settembre e che avrebbe dimostrato razionalità e consapevolezza delle proprie azioni. Il Pm ha evidenziato come, dopo l’omicidio, Sangare abbia agito con astuzia, fuggendo, cambiando bicicletta e tagliandosi i capelli, comportamenti che non indicherebbero un’incapacità di intendere e volere, bensì una “apatia morale”. Tuttavia, sulla questione della perizia, il magistrato ha lasciato la decisione alla Corte.
Quando i giudici gli hanno chiesto se volesse rilasciare dichiarazioni, Sangare ha borbottato poche parole: “Sono innocente”. Alla prima udienza erano presenti i familiari di Sharon Verzeni, tra cui i genitori, la sorella e il compagno, Sergio Ruocco. La decisione di disporre una perizia psichiatrica ha sorpreso i parenti della vittima, che si sono comunque dichiarati fiduciosi nella giustizia.
L’imputato, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, è entrato in aula con barba, capelli corti e occhiali, sedendosi nella gabbia blindata senza incrociare lo sguardo dei familiari di Sharon, che hanno cercato di trattenere l’emozione. In seguito, si è posizionato accanto al suo avvocato.