L’ex sindaco di Roma in udienza al tribunale di Sorveglianza dopo l’arresto dello scorso 31 dicembre. La difesa chiede i domiciliari.
Roma – Il tribunale di Sorveglianza di Roma, dopo l’arresto avvenuto il 31 dicembre scorso, si è riservato la decisione sulla scarcerazione e sul riaffidamento in prova ai servizi sociali dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a cui era stata aggravata la misura alternativa per non aver rispettato le prescrizioni relative alla condanna a 22 mesi che stava scontando per l’accusa di traffico d’influenze nell’ambito di uno dei filoni del processo ‘Mondo di Mezzo’. Il procuratore generale, nel corso dell’udienza, ha sollecitato la revoca del beneficio partendo dal momento della prima violazione che sarebbe avvenuta a novembre. Secondo l’accusa, quindi, Alemanno dovrebbe ancora 18 mesi anziché i 22 iniziali.
“Mi rendo conto che ho commesso degli errori ma l’ho fatto per coltivare la mia passione per la politica, non per commettere reati’’ ha detto Alemanno che ha partecipato all’udienza. La difesa dell’ex sindaco ha chiesto che Alemanno lasci il carcere per i domiciliari sottolineando che quanto avvenuto era dovuto allo svolgimento della sua attività politica e nessuna di quelle “trasgressioni” era comunque finalizzata a commettere reati. La procura generale ha chiesto la revoca dell’affidamento in prova ma non per l’intera pena inflitta, computando quindi il primo periodo di 4 mesi antecedente a qualsiasi ‘trasgressione’. La decisione dei giudici è attesa nei prossimi giorni.
Della “passione politica” di Alemanno aveva parlato dopo l’arresto Massimo Arlechino, presidente del movimento ‘Indipendenza!’, di cui l’ex sindaco di Roma è segretario nazionale. “Non possiamo ignorare le tempistiche e le modalità di un provvedimento che lascia perplessi. Sorge il dubbio – aveva affermato – di un mancato rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità nel disporre tout court la sospensione della misura alternativa e l’allocazione in carcere, senza un’ammonizione preventiva e una diffida al rispetto della misura o, tutt’al più l’applicazione della detenzione domiciliare, in attesa del pronunciamento in esito allo svolgimento della Camera di Consiglio del tribunale di Sorveglianza”.
Arlechino aveva aggiunto: “Non possiamo non vedere in questo caso un segnale più ampio: quello di una Nazione in cui la libertà è sempre più negata e le voci fuori dal coro sistematicamente represse. Gianni Alemanno, con il coraggio che lo ha sempre distinto, con il movimento ‘Indipendenza!’, ha sempre sostenuto posizioni contro il mainstream su temi cruciali come la guerra in Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, l’uscita dell’Italia dalla Ue e la denuncia delle storture di un liberismo ormai al tramonto. Questi temi lo rendono indubbiamente una figura politica scomoda, ancor più perché rappresentano un faro per chi crede in un’alternativa a un sistema in declino”.