Dopo quattro anni concluse le indagini sulla scomparsa nell’Avellinese di Domenico Manzo. A rapire il pensionato sarebbero stati due amici della figlia, indagata per favoreggiamento.
PRATA DI PRINCIPATO ULTRA (Avellino) – A quattro anni dalla scomparsa di Domenico Manzo, detto Mimì, muratore in pensione di 69 anni, sparito dal centro storico del paese l’8 gennaio 2021, il tribunale di Avellino ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari per tre persone: la figlia Romina Manzo accusata di favoreggiamento, e due suoi amici Loredana Scannelli e Alfonso Russo, ai quali è stato contestato il sequestro di persona. È stata invece esclusa dall’inchiesta Pasqualina Lepore, madre di Loredana Scannelli, sulle prime indagata per favoreggiamento e adesso ufficialmente prosciolta. Le indagini, coordinate dal procuratore Domenico Airoma e dal Pm Lorenza Recano, eseguite dai carabinieri di Avellino, sembrano giunte alla fine o, per lo meno, sarebbero in grado di ricostruire gli eventi di quell’inizio anno in cui è iniziata la vicenda. Mimì, separato con due figli, pensionato benvoluto da tutti e con un passato di calciatore della Ternana, aveva partecipato alla festa di compleanno organizzata in casa da Romina, nonostante i divieti Covid.
L’uomo si sarebbe accorto che durante la riunione qualcuno dei presenti, oltre all’alcol, faceva uso di droga, forse cocaina od altro. Per questo motivo il pensionato avrebbe litigato con la figlia prima di lasciare l’abitazione intorno alle 21.45. Una telecamera di sicurezza di un ristorante lo inquadrava, per l’ultima volta, intorno alle 22 mentre Mimì raggiungeva l’incrocio tra via Annunziata e via Marconi. Il pensionato si fermava sotto il balcone di un palazzo ad angolo dell’incrocio e tentava poi di proseguire per via Annunziata. Poi si fermava e tornava indietro, come se ci avesse ripensato, giungendo all’inizio di via Guglielmo Marconi. A questo punto l’uomo scompare dal raggio di azione della telecamera e di lui si perderanno le tracce. Anche un’amica dell’uomo, settantenne, l’avrebbe visto camminare da solo per strada e si sarebbe preoccupata vista l’ora e la bassa temperatura.
A questo punto saranno gli inquirenti a ricostruire il proseguo che vede come presunti protagonisti gli indagati Russo e Scannelli: Il giovane avrebbe raggiunto Manzo alle 21.57 mentre la donna sarebbe arrivata sul posto alle 22.10. Entrambi lo avrebbero bloccato e sequestrato, probabilmente costringendolo a salire a bordo di un’auto. Oppure imponendogli a forza di seguirli in una zona fuori mano che potrebbe anche essere la vicina stazione ferroviaria dismessa dove furono ritrovati degli indumenti non riconosciuti dai figli della vittima.
Durante gli interrogatori che seguirono all’inizio dell’inchiesta Loredana Scannelli, amica di Romina Manzo, riferiva agli inquirenti di essere arrivata tardi alla festa perché aveva investito un cane:” Quella sera alle 10.30 ho investito un cane nero – disse la giovane – che poi è scappato via. Non ho visto Mimì“. Dell’episodio però non c’erano stati riscontri tanto che gli inquirenti considerarono non veritiere quelle dichiarazioni. Il 26 luglio 2022 i carabinieri del Ris rilevarono una macchia forse di sangue sulla chiusura del bagagliaio della Wolkswagen T-Roc in uso alla donna ma la quantità ridotta di materiale organico rese impossibili le analisi. Rimane comunque centrale nella vicenda la parte di Romina Manzo, difesa dall’avvocato Federica Renna, accusata di avere aiutato Alfonso Russo e Loredana Scannelli ad eludere le investigazioni.
La giovane avrebbe riferito ai militari della stazione di Pratola Serra di avere iniziato a cercare il padre dalle 22.15 del 9 gennaio 2021 in compagnia di Alfonso Russo. Successivamente, il 17 gennaio del 2021, la donna rettificava le proprie dichiarazioni evidenziando che le ricerche erano iniziate la stessa sera della sparizione del padre con l’aiuto di Russo e della Scannelli:
”Sono molto contenta, finalmente hanno capito che non ho avuto un ruolo nella sparizione di mio padre – ha detto Romina Manzo dopo la notifica dell’avviso conclusione indagini da parte dei carabinieri – Mi fa molto piacere che sono cambiate le accuse nei miei confronti, per me è già un passo in avanti. Nonostante possibili fraintendimenti sul mio comportamento, nulla era riconducibile a quanto mi veniva contestato. Sono tranquilla e fiduciosa…”.
Anche gli altri indagati si dicono sereni:” Loredana Scannelli è tranquilla – dice il suo difensore, l’avvocato Rolando Iorio – perché sa di non aver fatto nulla e affronterà questo processo con serenità”. Gli avvocati Palmira Nigro e Dario Cierzo, difensori di Alfonso Russo, contesteranno il capo d’imputazione ritenendolo non in linea con le accuse mosse durante le indagini preliminari.