In Italia sempre più persone rinunciano alle cure mediche per motivi economici, distanze e liste d’attesa infinite. Quali le fasce più colpite? E le differenze regionali?
La crisi economica è avvertita soprattutto da quei cittadini che non si curano perché non hanno soldi, per la lontananza dalle sedi e per le liste d’attesa rinviate alle calende greche. I numeri sono impressionanti: 4,5 milioni di italiani, pari al 7.6% della popolazione vivono questa situazione disagevole. I dati sono stati diffusi dal Cnel, Consiglio Nazionale dell’economia e del lavoro, organo di rilievo costituzionale con funzione consultiva e iniziativa legislativa, che può contribuire alla legislazione economica e sociale. L’aspetto più allarmante è che si tratta di una tendenza in crescita: dal 6,3% del 2019 si è passati al 7,6% del 2023. Si è verificato –secondo gli esperti del Cnel- un aggravamento slegato dalla pandemia quando la percentuale raggiunse l’11%.
Il report ha suddiviso i cittadini vittime di questa situazione in fasce d’età e Regioni di residenza. La quota più alta di…rinunciatari alle cure e agli accertamenti medici è nella fascia d’età tra i 55 e 59 anni, l’11,1%. Un po’ meno pesanti, ma comunque inquietanti, sono i valori della popolazione anziana fino ai 75 anni, 9.8%, mentre scende velocemente tra i bambini fino ai 13 anni, 1,3%. Così come è marcata la disparità tra uomini e donne, coi primi che rinunciano a curarsi per il 6,2% e le donne per il 9%. Una… supremazia di cui quest’ultime avrebbero fatto volentieri a meno e che dimostra, ancora una volta, l’ennesima, che il sesso femminile soccombe quasi sempre. La distinzione per aree territoriali ha evidenziato che è il Centro Italia con la percentuale più alta di cittadini che si astengono dalle cure, pari all’8,8%. Segue il Sud col 7,7% e il Nord col 7,1%. E’ una delle pochissime volte che il Mezzogiorno non occupa la prima posizione in un’ipotetica classifica della negatività.
Si sussurra che molti cittadini meridionali, per un attimo, alla notizia che ci sono persone che stanno peggio di loro, hanno pensato di organizzare festeggiamenti in piazza tra squilli di trombe e fanfare. Altro che feste, queste situazioni non fanno che accelerare il cammino verso la dipartita! I numeri danno torto alla Sardegna che risulta la Regione col punteggio più elevato 13.7%. Segue, a ruota, il Lazio col 10,5% e le Marche col 9,7%. Mentre le Regioni che stanno meno peggio sono il Friuli-Venezia Giulia, la Provincia autonoma di Bolzano e Trento, l’Emilia-Romagna, la Toscana e la Campania, col 6%. Sorprende la virtuosità di quest’ultima che, purtroppo, detiene altri primati di cui non essere fieri. Si trova, quasi sempre, nelle ultime posizioni in qualsiasi ricerca socioeconomia che si effettua! Il Cnel ha stilato una sorta di elenco dei motivi inerenti alla scelta di evitare le cure sanitarie. Le cause economiche sono risultati costanti nel tempo, oscillando per un’inezia, dal 4,2% del 2019 al 4,3% del 2023. Ad avere un incremento notevole sono state le motivazioni delle lunghissime liste d’attesa, che, soprattutto gli anziani evitano perché nell’…attesa si muore! I numeri non mentono. Si è passati dal 2,8% del 2019 al 4,5% del 2023.
A determinare questo status quo è stata la pandemia. Ancora una volta gli effetti deleteri del perfido e dannato virus, il famigerato Covid-19, si fanno sentire con la loro predisposizione a commettere atti malevoli. In quel periodo, come ricordiamo tutti, i servizi sanitari si sono bloccati per sconfiggere l’odiato nemico. La storia stabilirà se si è fatto bene o male. E’ una fotografia della realtà che intristisce molto tutte le persone dotate di un minimo di umanità e civiltà. Nessuno Stato, che si autodefinisce democratico, può tollerare un simile fenomeno: lasciare senza cure tanti cittadini, per i motivi che abbiamo visto, perché la sanità pubblica è stata smantellata, ormai!