Approvata la delibera di indirizzo sul destino della nota struttura ricettiva. Gli uffici tecnici faranno una relazione sui costi dell’hotel.
Napoli – Da febbraio il Castello delle Cerimonie di Sant’Antonio Abate, diventato celebre per “Il Boss delle Cerimonie” il programma in onda su Realtime, è stato confiscato a seguito della sentenza della Corte di Cassazione, che ha dichiarato la costruzione abusiva. Ed è da allora che “La Sonrisa” non appartiene più alla famiglia Polese ma al Comune. E in molti ancora non sanno come si concluderà la storia giudiziaria iniziata nel 2011. La struttura, confiscata definitivamente per lottizzazione abusiva, potrebbe essere trasformata o demolita. La sindaca Ilaria Abagnale ha spiegato che la delibera approvata prende atto della sentenza della Corte di Cassazione del 15 febbraio 2024, le cui motivazioni sono state rese pubbliche il 14 ottobre scorso.
La decisione incarica il settore tecnico di elaborare uno studio dettagliato, eventualmente con il supporto di esperti esterni, per pianificare una trasformazione urbanistica dell’area o, in alternativa, procedere con la demolizione degli edifici esistenti. Gli uffici comunali analizzeranno l’impatto economico, sociale e urbanistico delle possibili trasformazioni. Se i costi di recupero dovessero risultare insostenibili o la riqualificazione irrealizzabile, il Consiglio ha previsto l’opzione di abbattere le strutture esistenti. Intanto, le attività presso La Sonrisa continuano grazie alla sospensione del TAR sulla revoca delle licenze, con un’udienza fissata a gennaio 2025.
La storia giudiziaria del Castello ha in realtà inizio nel 2011 con la contestazione di un alto numero di abusi edilizi realizzati a partire dal 1979 su un’area di più di quarantamila metri quadri. Successivamente, nel 2016, anno della morte di Tobia Antonio Polese (il “Boss”), il tribunale di Torre Annunziata condannò a un anno di reclusione Rita Greco, la moglie, e Agostino Polese, il fratello, amministratore della società. La sentenza di primo grado venne poi riformata in parte dalla Corte d’Appello di Napoli e poi è passata in giudicato. Ciro Polese, socio e proprietario del Castello, ha fatto sapere che la famiglia si appellerà alla Corte di Strasburgo “per essere valutati da una Corte imparziale. Siamo tutti avviliti, insieme alle nostre circa 300 famiglie che lavorano con noi tra diretto e indotto”.
Il 13 dicembre scorso il Comune aveva comunicato alle società che gestiscono la struttura la revoca delle licenze, con la conseguenza dello stop a tutte le attività. Quest’ultima è stata però sospesa dal Tar che ha fissato l’udienza a gennaio. Le cerimonie, con i sontuosi matrimoni napoletani, potranno quindi continuare almeno fino a quella data, in attesa della decisione definitiva dei giudici amministrativi. La Sonrisa potrà quindi restare aperta, ma con determinate limitazioni: l’attività potrà riguardare soltanto gli eventi già in programma (di cui viene indicato un elenco) e le prenotazioni alberghiere già effettuate; non potranno essere svolte, di conseguenza, attività ed eventi di altro genere. Il Tar ordina infine al Comune “di controllare il rispetto dei termini della presente misura cautelare”.