Il ministro snocciola le cifre per la Giornata di educazione prevenzione contro la violenza. Il primato alla Lombardia con 15 casi.
Roma – Secondo un monitoraggio interno al Ministero dell’Istruzione effettuato dal Dipartimento Istruzione, nell’anno scolastico 2022/2023 sono stati 36 gli episodi di violenza avvenuti a livello nazionale all’interno dell’ambiente scolastico; 68 nell’anno scolastico 2023/2024, e 19 in quello corrente (2024/2025). Un dato aggiornato a dicembre 2024. I numeri sono stati illustrati durante la “Giornata di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico” che si è svolta oggi al MIM con il ministro Giuseppe Valditara.
Gli eventi interessano quasi tutte le Regioni (spicca la Lombardia con 15 episodi, 12,2%), in particolare il II ciclo di istruzione, le vittime più numerose sono i docenti e gli autori principali familiari e studenti. Per la prima volta viene dato “rilievo formale e istituzionale” al tema della violenza nei confronti del personale scolastico. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione in apertura della presentazione della “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico” che si svolgerà il 15 dicembre. “C’è consenso nel voler restituire rispetto e autorevolezza al personale scolastico”, ha aggiunto.
“Credo molto – ha proseguito il ministro – nelle nuove linee verso l’educazione civica che hanno al centro il
rispetto verso gli altri, verso chiunque. Il rispetto per chi lavora con i nostri figli è un concetto fondamentale che dobbiamo reintrodurre in una società che non sa più cosa sia il rispetto. Nei social prevalgono odio, minacce, violenza, pensiamo al fatto che i ragazzi spesso guardino i videogiochi in cui ammazzare qualcuno è normale: è un messaggio devastante, di rispetto non c’è nulla. La famiglia in molte occasioni non sa dire dei ‘no’, porre dei limiti; la scuola diventa un luogo strategico dove ricostruire questo valore fondamentale ma
dobbiamo anche ripristinare l’autorevolezza di chi lavora per la scuola”, ha concluso.
L’educazione civica rappresenta una sfida educativa che, nel dialogo quotidiano tra docenti e studenti, interessa tutti gli insegnamenti di una “scuola costituzionale”, in prima linea nella formazione di cittadini consapevoli e responsabili. Con queste parole il ministro dell’istruzione e del merito aveva dato avvio all’anno scolastico 2024-2025, ponendo al centro dell’azione didattica l’educazione civica, unica disciplina che porta ancora la denominazione di “educazione”, termine che in passato connotava tutte le materie scolastiche, convergenti nell’azione educativa e formativa dello studente, preparandolo a diventare un “cittadino” attivo e responsabile al termine del percorso.