Senza soldi per l’affitto è morto in garage

L’operaio, come migliaia di altri lavoratori, pur percependo uno stipendio non riusciva a pagare l’affitto di casa. Il disagio aumenta a dismisura quando c’è una famiglia alle spalle.

TREVISO – E’ morto di freddo un uomo che si era rifugiato in un garage perché non aveva i soldi per pagare l’affitto. Il padrone dell’immobile, attivista del centro sociale Django e dell’associazione Caminantes che si battono per il diritto alla casa e contro gli sfratti, pare avesse cambiato la serratura della porta costringendo la vittima a cercare rifugio altrove. E mentre il Natale impazza nelle vie della città con luminarie e festoni, il 30 novembre scorso, Marco Magrin, 53 anni, operaio, è stato ritrovato cadavere dentro una rimessa di Strada Castagnole, alla periferia di Treviso. L’uomo era rannicchiato su sé stesso e indossava giubbotto e cappello di lana a dimostrazione della bassa temperatura di un alloggio invivibile anche per un animale.

La vicenda ha scosso l’opinione pubblica e la politica e le polemiche che ne sono scaturite certo non ridaranno la vita al povero Magrin che pare si fosse rivolto anche al Comune senza ottenere risposte. Il padrone della casa dove abitava la vittima, Andrea Berta di 40 anni, impegnato nelle battaglie per l’ambiente e per l’inclusione sociale, si difende a spada tratta e minaccia querele di concerto con i due sodalizi a difesa degli sfrattati e di coloro i quali occupano le case per non finire sotto i ponti:

Il garage dove l’operaio è stato ritrovato cadavere

”Ho ereditato a partire dall’ottobre del 2022 quell’appartamento, dopo la morte di mia ziadice Berta – Era già occupato a titolo gratuito da Magrin, dalla sua ex compagna e da altri soggetti saltuari. In questi anni, in assenza di un canone di affitto, mi sono trovato a sostenere per quell’immobile costi che per me non erano più sostenibili… Ho cercato una soluzione. L’ultima volta che ho sentito Magrin era fine estate, mi aveva assicurato di aver trovato una nuova sistemazione e poi non ci sono stati più contatti, era una persona sfuggente. Da parte mia non c’è stato nessuno sfratto, dopo aver appurato che non c’era più nessuno in quell’appartamento ho iniziato a cercare una ditta per la disinfestazione e ho cambiato la serratura solo per evitare che altri, entrati eventualmente in possesso delle chiavi negli anni scorsi, potessero rientrare. Non vivendo in quella zona non potevo sapere che aveva iniziato a vivere in un garage”.

Andrea Berta durante una manifestazione

Berta, che una settimana prima della tragedia aveva partecipato ad un blitz di protesta in Consiglio comunale per lamentare l’inadeguatezza delle politiche sociali del Civico consesso per i soggetti più a rischio, punta il dito contro l’ente locale. Sembra infatti che Magrin, più volte, si fosse rivolto al sindaco Mario Conte, tramite i social, senza però ottenere risposte. Lo rende noto Gaia Righetto dell’associazione Caminantes, collega di Berta e attivista molto conosciuta in città:

”Questo Natale sarà bello per molti ma non per tutti, caro sindaco – scriveva la vittima sul profilo Facebook del primo cittadino in un post risalente all’anno scorso – Io sono al freddo e non so come mettermi in contatto con voi del municipio… Non so come mettermi in contatto con lei quindi le scrivo ora qui. Ho bisogno di un consiglio: come posso fare per stare in piedi mentre cado dopo che nessuno mi ascolta?..”.

Il post che la vittima avrebbe scritto al sindaco l’anno scorso

Parole terribili a cui pare abbia fatto seguito il silenzio assordante delle istituzioni. Il sindaco, dal canto suo, annuncia esposti e denunce:” Ho intenzione di presentare un esposto alla Procura per chiarire le responsabilità del caso – ha aggiunto il primo cittadino – anzi lancio un appello: nei momenti di difficoltà ci sono le istituzioni pronte a dialogare per risolvere i problemi”. Marco Magrin aveva una compagna, anche lei con gravi problemi tanto da essere seguita dagli assistenti sociali dell’Aulss 8 di Bassano del Grappa e da un’amministratrice di sostegno. I funerali dell’uomo si sono celebrati il 4 dicembre scorso Santa Giustina in Colle. Alla mesta cerimonia hanno partecipato i familiari della vittima, la cittadinanza e l’amministrazione municipale. Gaia Righetto ha annunciato che Andrea Berta avrebbe deciso di mettere a disposizione l’appartamento dove viveva Magrin ai soggetti fragili che in situazioni di marginalità e disagio.

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