Contro il 58enne pescatore di Chioggia ha testimoniato in aula tutta la famiglia. Soltanto l’anno scorso la donna ha trovato il coraggio di denunciare.
Venezia – Un pescatore 58enne di Chioggia, è stato condannato dal tribunale di Venezia a sei anni e otto mesi di reclusione per aver sottoposto la moglie a trent’anni di violenze fisiche e psicologiche, spesso davanti ai figli minorenni. Le accuse includono percosse, minacce di morte e umiliazioni, tra cui un episodio in cui l’uomo avrebbe urinato addosso alla donna. La sentenza arriva dopo la denuncia della moglie, che ha trovato il coraggio di rivolgersi alle autorità lo scorso anno, spinta da anni di maltrattamenti e dalla crescente escalation di minacce.
Dal maggio 2022, l’uomo era già stato sottoposto al divieto di avvicinamento alla coniuge per prevenire ulteriori aggressioni. La vicenda, riportata da Il Gazzettino, ha visto in aula le testimonianze della moglie e dei due figli, i quali hanno confermato le violenze sistematiche subite dalla madre dal 1990 in poi.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Claudia De Martin, non è riuscita a presentare testimoni che corroborassero la versione dell’imputato, secondo cui le accuse sarebbero infondate. Tuttavia, il quadro fornito dalla pubblica accusa, guidata dal sostituto procuratore Giorgio Gava, ha delineato una serie di atti di maltrattamento reiterati, spesso aggravati dall’abuso di alcol da parte dell’uomo.
Secondo quanto emerso durante il processo, il primo episodio di violenza si sarebbe verificato una settimana dopo il matrimonio, quando l’uomo avrebbe spinto la moglie giù per le scale. Da allora, le aggressioni sarebbero diventate una costante: insulti, sputi, percosse, strette al collo, pugni e testate. L’uomo, inoltre, avrebbe spesso impedito alla moglie di farsi curare in ospedale, minacciandola di uccidere lei, i loro figli e i suoi genitori se avesse lasciato la casa familiare. Episodi di particolare gravità includono costrizioni a spogliarsi nella vasca da bagno, seguite da ulteriori umiliazioni.