Frodi fiscali e truffe Covid per 12 milioni, sequestrati beni di lusso a Pescara

Smantellata un’associazione a delinquere responsabile di frodi fiscali e truffe sui fondi legati alla pandemia.

Pescara – Un’indagine condotta dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Pescara, su delega della Procura della Repubblica locale, ha portato alla luce un complesso sistema criminale riconducibile a un’associazione a delinquere. I reati ipotizzati includono l’emissione di fatture false, frodi fiscali, illecita somministrazione di manodopera, truffe sui fondi COVID-19, riciclaggio e autoriciclaggio.

Il meccanismo fraudolento. Una famiglia imprenditoriale pescarese, con il supporto di un commercialista, avrebbe orchestrato un sistema per ridurre il carico fiscale delle proprie aziende mediante l’uso di società cartiere, prive di operatività reale, che fungevano da intermediari. Queste società emettevano fatture per operazioni inesistenti e assumevano in blocco lavoratori, trasferendoli continuamente tra le imprese del gruppo.

Tale schema ha permesso alle aziende coinvolte di evitare il pagamento delle imposte e ottenere indebitamente contributi pubblici legati alla pandemia. I profitti, stimati in oltre 12 milioni di euro, venivano reinvestiti in beni immobili e auto di lusso, intestati a ONLUS fittizie per occultare l’origine illecita del patrimonio.

Le operazioni della Guardia di Finanza. Oltre 50 militari hanno eseguito perquisizioni e sequestri preventivi su conti correnti nazionali ed esteri (Germania, Olanda, Lituania, Regno Unito), beni immobili, un aeromobile e decine di auto d’epoca. Complessivamente, sono stati individuati oltre 100 immobili distribuiti nelle province di Pescara, Chieti, L’Aquila e Teramo.

Grazie a un’approfondita indagine, supportata dall’attivazione di Ordini Europei d’Indagine, è stato possibile interrompere l’attività illecita e recuperare i proventi del reato.

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