Salerno, autoriciclaggio: misura interdittiva e sequestro patrimoniale da 340mila euro

Nel mirino l’imprenditore Fabbroncino a cui è stato imposto dalla Finanza il divieto di esercitare la propria attività per un anno.

Salerno – Ordinanza di misura cautelare nell’ambito di un’indagine sui reati fallimentari coordinata dalla Procura. Il gip ha imposto ad Antonio Fabbrocino (classe 1984) il divieto di esercitare la propria attività imprenditoriale per un anno, contestandogli reati di autoriciclaggio, bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, oltre alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. A eseguire la misura, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza. Giovanni Fabbrocino (classe 1975) ed Eleonora Di Flora (classe 1967) sono anch’essi indagati per gli stessi reati. È stato disposto il sequestro preventivo di saldi attivi di conto corrente e titoli per circa 340.000 euro a carico di una società coinvolta.

Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Salerno, hanno riguardato inizialmente il fallimento della FAGEL s.r.l., attiva nel commercio e distribuzione all’ingrosso di prodotti congelati e surgelati nelle aree di Salerno e costiera amalfitana. Secondo la ricostruzione dell’accusa, la crisi della FAGEL sarebbe stata provocata dal trasferimento del patrimonio immobiliare e aziendale a altre entità legate agli indagati, tra cui la “Fratelli Fabbrocino S.r.l.”, riducendo così le garanzie per i creditori. Le indagini su quest’ultima società, dichiarata fallita, hanno evidenziato irregolarità nelle scritture contabili, il mancato deposito di documenti e la distrazione di beni societari e automezzi.

Queste condotte avrebbero avuto l’obiettivo di impiegare beni illeciti in una terza società, il Gruppo Fabbrocino s.r.l., e rendere inefficace la riscossione coattiva da parte dell’amministrazione finanziaria per i debiti tributari della Fratelli Fabbrocino s.r.l. In merito alla misura applicata ad Antonio Fabbrocino, considerata meno severa di quanto richiesto dalla Procura, è stato presentato appello ai sensi dell’articolo 310 del codice di procedura penale.

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