Delitto di Chiesanuova: Mattia Scutti, giovane problematico, avrebbe freddato la donna per vendicarsi di un’innocua presa in giro del giorno prima. Per due ore si è asserragliato in casa prima di arrendersi ai carabinieri.
SAN CASCIANO VAL DI PESA (Firenze) – Forse ammazzata per una battuta innocua, un epiteto scherzoso di quelli tipici e taglienti del lessico toscano, rivolto il giorno prima a quel nipote balordo che girava per il paese con la pistola. Il giovane potrebbe aver frainteso e covato un desiderio di vendetta, culminato con l’omicidio della donna. Poi ha chiamato i carabinieri e si è barricato in casa. La vittima è Laura Frosecchi, 55 anni, sposata con due figli, titolare del panificio-alimentari “Graziella” ubicato in via Volterrana 132 a Chiesanuova, frazione di San Casciano, alle porte di Firenze. L’omicidio si è consumato lo scorso 17 ottobre, intorno alle 11, all’interno dell’esercizio commerciale che la donna gestiva con il marito Stefano Bettoni.
A premere il grilletto di una vecchia rivoltella militare, recuperata in paese, è stato Mattia Scutti, 22 anni, originario di Livorno, già studente dell’Alberghiero Buontalenti di Firenze, al momento disoccupato e con qualche problema comportamentale, figlio della cognata della vittima. Il giovane, che abita poco distante dal forno, si sarebbe introdotto nel negozio, forse deciso a vendicarsi di una battuta pronunciata dalla zia nei suoi confronti il giorno prima. A questo punto il giovane sicario avrebbe fatto fuoco ripetutamente contro la parente che, colpita a morte, rovinava sul pavimento del panificio in un lago di sangue. Scutti, in stato di grande agitazione, avrebbe telefonato ai carabinieri dicendo all’operatore del 112 di avere ucciso un familiare all’interno dell’unico forno della frazione.
I militari, in brevissimo tempo, giungevano sul luogo dove i paramedici del 118, arrivati poco prima, non potevano fare altro che constatare il decesso della donna. I militari chiedevano l’intervento dei colleghi del Nucleo Investigativo di Firenze, della Sezione Investigazioni Scientifiche e delle Aliquote di Primo Intervento che si dirigevano immediatamente sulla scena del crimine dove avviavano le prima indagini coordinate dalla Procura fiorentina. Nel frattempo il giovane si era barricato in casa e per evitare che si uccidesse si è reso necessario il sostegno di un negoziatore dell’Arma che, dopo più di due ore, riusciva a convincere il giovane ad arrendersi:
“Non so perché l’ha fatto ma vorrei che avesse ucciso me – ha detto disperato il marito di Laura – È un ragazzo con delle difficoltà ma parlava sempre con mia moglie. Io non capisco il motivo, non capisco che cosa sia successo perché lui ha avuto problemi con altre persone della nostra famiglia ma non con noi…C’è sempre stato un rapporto di quotidianità con noi. Lui parla solo con noi ma non doveva stare a piede libero”.
Alcuni residenti del paese hanno riferito agli inquirenti di aver visto il giovane killer armato di pistola alcuni giorni prima della tragedia. Ad un suo coetaneo Mattia Scutti avrebbe chiesto di seguirlo nel bosco per provare la pistola ma il ragazzo, impaurito, si sarebbe rifiutato e avrebbe raccontato il fatto ai genitori. I carabinieri pare abbiano scoperto che la rivoltella calibro 8 utilizzata per l’omicidio non era censita. La vecchia arma, residuato bellico, sarebbe passata di mano in mano per poi finire alla persona sbagliata:
”Il 16 sera sera abbiamo cenato come sempre e il giorno dopo sono uscito di casa per un impegno di lavoro – racconta ancora Stefano Bettoni che da poco ha anche rilevato una licenza per noleggio con conducente – sono uscito alle 7 e non ho chiamato mia moglie, lo avrei fatto più tardi. Mentre stavo lavorando una mia amica mi ha chiamato al cellulare…Aveva la voce un poco concitata: mi ha detto che era entrato nel “Forno Graziella” e aveva trovato mia moglie per terra e le usciva il sangue dal naso. L’ha chiamata due volte ma non ha avuto alcuna risposta ed ha chiamato il 118… Vieni subito, mi ha detto, ed io mi sono allarmato e sono ritornato verso la macchina quando, poco dopo, questa nostra amica mi ha chiamato per dirmi che dovevo fare veloce: non mi ha spiegato altro, ma ho capito subito tutto. Ho viaggiato velocissimo ma quando sono arrivato qua, non ho potuto vederla. I carabinieri mi hanno spiegato che era stata uccisa”.
Il Gip Gianluca Mancuso ha convalidato il fermo in carcere di Mattia Scutti, difeso dall’avvocato Francesco Ceccherini, è dovrà rispondere di omicidio volontario, porto e detenzione abusiva di armi clandestine, parti di armi, armi da guerra e munizionamento. L’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere.