Emilia Romagna: “Alluvionati e agguerriti” manifestano a Bologna, 40 gli esposti

Momenti di tensione di fronte alla sede della Regione: da tutta Italia sit-in per dare sostegno ai danneggiati dal maltempo già dal 2023.

Roma –  “Il cambiamento climatico è una delle sfide essenziali del nostro tempo, ma il nostro territorio
è stato lasciato in uno stato di vergognosa incuria e mancanza di manutenzione”. L’accusa arriva da Roberto Carlini, del comitato Proteggiamo Conselice, una delle associazioni di agricoltori e alluvionati che stamattina si sono state date appuntamento a Bologna davanti alla Regione Emilia-Romagna. Nel parcheggio davanti al piazzale ci sono 250-300 persone: “Vogliamo ringraziarvi, perché venite da tutta Italia”, sottolinea Carlini, che poi chiede un minuto di silenzio “in memoria delle vittime dell’alluvione, un gesto tralasciato da istituzioni in tutti i tavoli di discussione”.

Intanto trapela la notizia che sono circa quaranta gli esposti presentati alla Procura di Ravenna in relazione alle tre alluvioni che hanno colpito la provincia romagnola negli ultimi 16 mesi. Di questi, una trentina si riferiscono alle due inondazioni di maggio 2023, mentre una decina riguardano l’evento di metà settembre. Gli esposti sollevano interrogativi su come siano stati possibili disastri di tale portata. In risposta, la Procura ha avviato due indagini per disastro colposo a carico di ignoti, una per le alluvioni del 2023 e una per quelle del 2024. La consulenza tecnica è stata affidata a tre ingegneri del Politecnico di Milano, con cui sono stati
condivisi foto, video e rilievi raccolti. Il pubblico ministero Francesco Coco, insieme al Procuratore capo Daniele Barberini, ha già effettuato quattro sopralluoghi nelle ultime settimane.

Le alluvioni in Emilia Romagna

E saranno attivi anche nelle prossime due settimane gli sportelli di assistenza, a cura della struttura commissariale, per cittadini e imprese – accompagnati dai loro tecnici abilitati alla redazione delle perizie asseverate – che stanno compilando le domande da presentare tramite la piattaforma Sfinge per il rimborso dei danni subiti durante le alluvioni del maggio 2023. Per quanto riguarda Ravenna, sarà possibile prenotare un appuntamento nelle giornate di martedì 22 e 29 ottobre, dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. L’Amministrazione comunale ha messo a disposizione spazi adeguati, nel polo degli uffici di viale Berlinguer 30, e tutto il supporto logistico necessario.

Alla manifestazione di questa mattina a Bologna Massimo Tarozzi, da Sant’Agata sul Santerno, attacca: “A
‘dai burdel’, ‘Romagna tin bota’, io voglio aggiungere ‘a sem rot i maron’. Volevano farci vedere che quello di maggio 2023 fosse un evento eccezionale e invece è successo di nuovo, non dopo 500 anni ma dopo 500 giorni”. I rappresentanti che si alternano sul palco vengono per lo più dalla Romagna, ma anche dalle Marche (uno dei quali spiega che “noi abbiamo annientato gli ambientalisti”) e dal Bolognese. È il caso di Claudio Pasini, del comitato val di Zena: “Alla politica chiediamo: piantatela di scaricarvi responsabilità tra
di voi, fate un’intesa, trovate un patto istituzionale”, l’appello.

Le immagini dell’ultima alluvione

L’accusa verso la Regione è quella di non aver lavorato sulla manutenzione del territorio. Tuttavia, avverte Pasini, “le catene di responsabilità non finiscono in questa piazza, al governo chiediamo di semplificare procedure dei contributi. Hanno messo in piedi dei meccanismi folli, quattro livelli come se fossimo truffatori dello Stato. E chiediamo risorse perché abbiamo subito i danni della seconda alluvione”.

Il nodo delle risorse è quello per cui viene principalmente chiamata in causa Roma. “Siamo in tanti, ma speravo sinceramente che fossimo molti di più”, ammette un’altra oratrice. Si è registrato qualche momento di tensione, con alcuni manifestanti che hanno provocato una lavoratrice della Regione. In sua difesa è intervenuto un dirigente dell’istituzione, che qualche minuto dopo è stato coinvolto in un’animata discussione con alcuni manifestanti. Uno di questi lo ha minacciato. Le forze dell’ordine hanno allontanato il dirigente della Regione.

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