L’addio di Federica Muzzarelli, Augusto Roca e Stefania Zuliani: decisione maturata, scrivono, anche in considerazione delle ultime vicende.
Roma – Scoppia un terremoto alla Gnam, la galleria della Capitale dedicata all’arte moderna. Pietra dello scandalo, la scelta di ospitare la presentazione del libro di Italo Bocchino ”Perché l’Italia è di destra. Contro le bugie della sinistra”, avvenuta giovedì sera alla presenza – tra gli altri – del presidente del Senato Ignazio La Russa, di Arianna Meloni, del ministro della Scuola Giuseppe Valditara, di Gianfranco Fini e dell’ex Pm Luca Palamara. Dopo le proteste di alcuni lavoratori del Museo che avevano chiesto alla direttrice, Cristina Mazzantini, di annullare la presentazione del libro, e che erano stati segnalati da quest’ultima al ministero della Cultura, l’ultimo scossone è la presentazione delle dimissioni dal Comitato scientifico dello Gnam di tre su quattro componenti.
Si tratta di Federica Muzzarelli (ordinaria di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Bologna), Augusto Roca (professore di storia dell’architettura alla Sapienza) e Stefania Zuliani (ordinaria di Storia della Critica d’Arte all’Università di Salerno) che scrivono: “…Tale decisione è maturata anche in considerazione delle ultime vicende conseguenti alla presentazione del libro del direttore del ”Secolo d’Italia””. Ma il diretto interessato replica aspramente alla fuga dei tre dal Comitato scientifico dello Gnam. “Siamo al razzismo ideologico e politico – dice Bocchino all’Adnkronos – perché la casa editrice che ha organizzato l’evento, la Solferino, usa presentare lì tutti i suoi libri. In passato sono stati presentati libri di Floris, Di Bella e Sergio Rizzo che sono noti protagonisti della propaganda anti-governativa in Italia e nessuno ha battuto ciglio”.
Nel momento in cui la “stessa Casa editrice presenta il libro invece che loro definiscono propaganda a favore del governo, – aggiunge – scatta il razzismo ideologico e politico per cui io sarei un cittadino di serie
B, un figlio di un dio minore. Per cui io non ho lo stesso diritto di Sergio Rizzo, che ha il diritto di scrivere un libro contro Meloni e di presentarlo alla Gnam. Io non ho lo stesso diritto al contrario – denuncia il direttore del Secolo d’Italia – Quindi credo che siano persone poco avvezze allo studio della Costituzione e che stanno cercando semplicemente di fare una cagnara politica per loro interessi di circuiti culturali a cui appartengono”. Secondo Bocchino, “da decenni il circuito culturale della sinistra ritiene cosa propria tutti gli strumenti materiali, come nel caso della Gnam, e immateriali. E quindi il solo fatto che un giornalista dichiaratamente di destra entri in un museo a presentare un libro per loro è uno sfregio alla loro occupazione”.
La segnalazione al ministero della Cultura, da parte della Direttrice della Gnam, dei dipendenti che avevano chiesto di annullare la presentazione secondo Cgil e Fp Cgil Roma e Lazio “…fa emergere un clima repressivo di ogni forma di dissenso…“, che ne pensa? “Non conosco la procedura e mi è difficile giudicare. Ma ho visto una sola volta in vita mia in quella occasione la dottoressa Mazzantini e non mi sembra una persona
che faccia cose non previste da normative e regolamenti”, conclude. In una nota, la Cgil e la Fp Cgil Roma e Lazio, puntavano il dito contro la direttrice per aver ”inviato al ministero della Cultura e ad autorità competenti non meglio precisate l’elenco delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno espresso, scrivendo una lettera, il proprio dissenso rispetto la presentazione del libro”.
Una lettera in cui sottolineavano che ”in passato la Sala delle colonne ha ospitato presentazioni di figure politiche, anche espressione dell’attuale maggioranza, ma mai nessuna con una tale connotazione provocatoria e un intento palesemente propagandistico, alla luce peraltro delle imminenti consultazioni elettorali”. Per aggiungere: “Il personale della Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea esprime il proprio fermo dissenso per l’utilizzo degli spazi del Museo a finalità di propaganda, e chiede pertanto di cancellare l’inopportuna presentazione nel rispetto della nostra istituzione culturale, della sua storia e della sua reputazione. Confidando in un suo sollecito riscontro, siamo disponibili a eventuali confronti e chiarimenti”.
In caso contrario, hanno scritto, “potremmo ricorrere a forme di protesta atte a contestare l’utilizzo di un luogo pubblico a fini di parte e a difendere il ruolo democratico che un museo dello Stato non dovrebbe ipotecare per nessun motivo”. Alla lettera seguivano le firme dei rappresentanti sindacali che, secondo la denuncia della Cgil, sarebbero state segnalate al ministero e a non meglio precisate autorità competenti. Da qui un coro di proteste politiche culminate addirittura in una doppia interrogazione al Ministro della Cultura Alessandro Giuli. Di Cecilia D’Elia senatrice Pd e capogruppo in Commissione Cultura e scuola del Senato, che chiede a Giuli di fare chiarezza e di Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra che giudica ”un atto senza precedenti e di gravità inaudita la segnalazione, da parte della responsabile della Galleria Nazionale d’Arte Moderna Renata Cristina Mazzantini, di alcuni dipendenti colpevoli di aver contestato la presentazione del Libro di Italo Bocchino avvenuta nel museo”.