Fabio Roia resta presidente del tribunale di Milano, la conferma del Tar del Lazio

Il Tribunale amministrativo ha rigettato il ricorso proposto da Massimo Orlando contro la delibera di nomina del Csm, che dunque è valida.

Milano – Fabio Roia resta Presidente del Tribunale del capoluogo lombardo. Il Tar del Lazio ha infatti rigettato il ricorso proposto da Massimo Orlando contro la delibera di nomina del Consiglio Superiore della Magistratura, che a gennaio scorso aveva conferito l’incarico a Roia, già presidente della Sezione autonoma di misure di prevenzione del Tribunale di Milano. Ma come era nata la querelle? Orlando, già alla guida del Tribunale di Livorno dal 2018 al 2020, aveva proposto un ricorso al Tar del Lazio chiedendo l’annullamento del provvedimento di nomina di Roia, in ragione della sua asserita illegittimità per eccesso di potere e difetto di motivazione, nonché per violazione del testo Unico sulla dirigenza giudiziaria.

Allora si erano costituiti in giudizio sia il Csm e il Ministero della Giustizia – con il patrocinio dell’Avvocatura Generale dello Stato – sia Fabio Roia, difeso dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia. I legali hanno eccepito “la legittimità e la correttezza” della delibera di nomina di Roia, evidenziando come nessun rilievo potesse assumere la circostanza che Orlano avesse ricoperto (a differenza di Roia) incarichi direttivi. Ed infatti, lo svolgimento di pregressi incarichi direttivi non può rappresentare di per sé un automatico criterio preferenziale, in quanto il Testo Unico sulla dirigenza giudiziaria consente di attribuire preferenza
anche al candidato che ha svolto “solo” funzioni semidirettive
(rispetto al candidato che ha ricoperto un incarico direttivo) purché venga data una motivazione “rafforzata”.

Valida la nomina di Fabio Roia al Csm

La quinta commissione del Csm aveva designato Fabio Roia alla presidenza del Tribunale di Milano all’unanimità, dopo oltre un anno di vacatio al vertice di uno dei più rilevanti uffici giudiziari d’Italia, con quasi 300 toghe. Magistrato dal 1986, dopo essere stato pm presso la Procura ordinaria del Tribunale di Milano nell’area dei soggetti deboli, è stato eletto al Consiglio Superiore della Magistratura nella consiliatura 2006-2010, dove si è occupato della prima risoluzione di indirizzo in materia di contrasto alla violenza domestica. Rientrato in ruolo ha svolto le funzioni di giudice sempre nell’area dei soggetti deboli e poi ha ricoperto le funzioni di Presidente presso il Tribunale di Milano nella sezione misure di prevenzione.

Da sempre si occupa, come studioso e formatore, delle tematiche che riguardano la violenza contro le donne. Ha anche pubblicato per Franco Angeli editore il volume “Crimini contro le donne, politiche, leggi buone pratiche”, un libro destinato a tutti gli operatori che si occupano della gestione dei casi di donne vittime di violenza. La soddisfazione più grande l’ha vissuta il 7 dicembre 2018 quando il Comune di Milano lo ha insignito della civica benemerenza conosciuta come Ambrogino d’oro.

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