Il “valzer delle audizioni” sullo scandalo dossieraggio: dall’Antimafia al Copasir

Sentito dalla Commissione guidata da Chiara Colosimo il capo del Dap: ” Violazione delle regole di utilizzo del Sidna deflagrante”.

Roma – Il caso dossieraggio e l’inchiesta di Perugia sullo sfondo: uno scandalo che ha travolto la politica e uomini dello Stato su cui si vuole e si deve andare a fondo. La commissione Antimafia, in merito all’inchiesta sulla fuga di notizie dalla Dna, ha iniziato il valzer delle audizioni. L’Ufficio di presidenza della commissione ha sentito ieri Giovanni Russo, l’attuale capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, che in precedenza era alla procura nazionale antimafia. Abbiamo bisogno di “inquadrare il gruppo di lavoro Sos, i ruoli di Striano, di Laudati e di chi doveva controllare quello che facevano”, ha detto la presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, Chiara Colosimo.

All’epoca dei fatti Russo era alla procura nazionale antimafia. “Il motivo per cui abbiamo deciso di sentirlo – ha affermato Colosimo – è che gli chiediamo di aiutarci a fare un excursus per capire il gruppo di lavoro sulle Sos, quello che poteva e non poteva fare e come sono stati possibili alcuni fatti ormai noti”. “Abbiamo bisogno di capire – ha continuato – se questo gruppo aveva il controllo sulle persone, se c’era una regia o la possibilità di lavorare in autonomia senza input precisi”. Così Russo ha parlato del finanziere Pasquale Striano, da cui è partito tutta l’attività di spionaggio e fornito il suo punto di vista sui presunti dossieraggi e gli accessi irregolari ai database investigativi da parte di Striano e del pm Antonio Laudati.

Giovanni Russo

“Credo che Striano, se è vero quello che è stato detto e scritto, – ha riferito Russo – godesse nella sua attività di un doppio ‘cappello’, di una posizione bivalente: prestava servizio alla Guardia di finanza, dove sicuramente ci sono sistemi di controllo efficaci, ed era addetto alla Dna, e questo potrebbe aver lasciato supporre ad entrambi i gestori che stesse lavorando nei limiti del dovuto”. Russo all’epoca dei fatti, e fino a novembre 2022, era responsabile del contrasto patrimoniale della Dna, al cui interno era inserito il gruppo Sos. “Gli accessi di Striano alla banca dati Sidna – ha ricordato il capo del Dap – sarebbero stati 800, mentre tutti i numerosi dati su fatti estranei alla criminalità organizzata e al terrorismo saranno stati acquisiti consultando la banda dati Siva, quella della Guardia di finanza”.

Sicuramente nella sua operatività, ha fatto notare Russo, “Striano ha fatto anche un gran numero di attività delegate ordinarie ed è verosimile che quando entrava nella Siva si riteneva che stesse lavorando per la Dna”. E ancora, un accenno a Sidna, “molto più di una banca dati, un mega archivio di informazioni, un sistema organizzato e strutturato e questo renderebbe ancora più deflagrante una violazione delle regole di utilizzo”. Sidna, ha ricordato il Capo del Dap, estrae dalle informazioni dei rapporti di polizia, dalle intercettazioni, dalle sentenze una pluralità di elementi essenziali, fa una ricerca di tipo testuale e logico che si rivela utilissima alle indagini ma anche a chi volesse farne un uso affaristico, lobbistico, spionistico, criminale”.

Raffaele Cantone

L’audizione, dopo la relazione del capo del Dap, è stata sospesa per i concomitanti lavori parlamentari e sarà aggiornata ad altra data. La prossima volta dovrebbe essere risentito Raffaele Cantone, a capo della Procura di Perugia. Per programmare altre audizioni, invece, è stato deciso di rimandare la decisione a quando il tribunale del riesame di Perugia deciderà in merito al ricorso presentato dalla procura guidata da Cantone, dopo il no del gip alla richiesta di misura cautelare per gli indagati Pasquale Striano, tenente della guardia di finanza, e Antonio Laudati, ex toga antimafia.

C’è attesa anche l’audizione del ministro della Difesa Guido Crosetto che verrà ascoltato dal Copasir sulla vicenda. A confermarlo il presidente del Comitato, Lorenzo Guerini, che ha detto: “Sulla base delle carte faremo un ciclo di audizioni nel quale ci sarà anche il ministro Crosetto che ha dato la sua disponibilità. E’ una questione di definizione di agende, sarà nei prossimi giorni”. A marzo, quando era scoppiato il caso durante il colloquio tra i titolari di Difesa e Giustizia, il ministro Nordio aveva ipotizzato una “commissione parlamentare d’Inchiesta con potere inquirente, per analizzare una volta per tutte questa deviazione che già si era rilevata gravissima ai tempi dello scandalo Palamara e che adesso, proprio per le parole di Cantone, è diventata ancora più seria”.

Carlo Nordio

Il Guardasigilli ha dichiarato che nel caso in cui fossero coinvolti magistrati, “il mio ministero interverrebbe secondo i suoi obblighi istituzionali. Una cosa è certa: si tratta di fatti di gravità inaudita, sui quali va fatta chiarezza senza indugio. Qui in Italia c’è uno scandalo: gli oltre 200 mila dossier raccolti in modo illegale a danno di altrettante persone, tra le quali, probabilmente, molte personalità della politica. E’ coinvolta la Superprocura antimafia: le dimensioni di queste interferenze illecite – ha aggiunto – sono state denunciate sia dal procuratore antimafia sia dalla Procura di Perugia. Non sappiamo ancora quale sia la loro estensione reale, ma essa dovrà essere accertata, nel rispetto delle rispettive competenze, sia dalla magistratura sia dalla Commissione antimafia”.

A intervenire sul caso dossieraggio anche Luca Palamara, che a LaPresse ha sottolineato: “Purtroppo è una delle deviazioni del potere che evidenzia un rapporto distorto tra il mondo dell’informazione e il mondo dei poteri pubblici”. Secondo l’ex magistrato, infatti, da una parte “è chiaro che Striano non ha potuto agire da solo”, dall’altra “l’informazione dal canto suo vuole le notizie, ma quando si tratta di notizie riservate poi, in qualche modo, in Italia c’è stato qualcuno che ha pagato ed è stato processato, altri che invece ricevono costantemente notizie riservate e sembrano sciolti dall’osservanza della legge”. 

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