Il quesito mira a modificare l’articolo 9 dell’attuale legge in materia, la numero 91/1992, che si basa sul cosiddetto ius sanguinis.
Roma – Sono state depositate le 637.487 firme per richiedere il referendum che propone di dimezzare da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana che, una volta ottenuta, sarebbe automaticamente trasmessa ai propri figli e alle proprie figlie minorenni. Il quesito mira, quindi, a modificare l’articolo 9 dell’attuale legge sulla cittadinanza, la numero 91/1992, che si basa sul cosiddetto ius sanguinis, il “diritto di sangue”. Riccardo Magi, segretario di +Europa, assieme a Benedetto Della Vedova, deputato del partito, e le altre sigle promotrici del referendum per la cittadinanza hanno consegnato alla Corte di Cassazione le firme, raccolte interamente online, necessarie per la proposta referendaria.
Presente anche la deputata del Partito democratico Ouidad Bakkali e il segretario del Partito socialista, Enzo Maraio. All’uscita dal Palazzo di Giustizia foto di gruppo con i cartelloni con i numeri delle firme raggiunte e
una bandiera dell’Italia con il logo del comitato. Proprio Bakkali giorni fa ha depositato alla Camera una nuova proposta di legge. La deputata, nata in Marocco è cittadina italiana dall’età di 23 anni. Vissuta a Ravenna dall’età di due anni, la parlamentare dem è in prima linea su questa battaglia. Nel testo presentato da Bakkali, si prevede lo Ius Soli richiedendo un anno di residenza legale per uno dei due genitori e lo Ius Scholae per i bambini che hanno fatto ingresso in Italia entro i 12 anni e che abbiano frequentato la scuola per 5 anni.
La seconda parte della norma sarebbe molto in linea con la proposta avanzata da Forza Italia che in estate ha prodotto tensioni nella maggioranza di governo. “Nel computo – spiega Ouidad Bakkali, che a Bologna si è laureata in scienze internazionali e diplomatiche – inserisce anche la scuola dell’infanzia. Inoltre, allineandoci alla maggioranza dei Paesi europei, scendono da 10 a 5 gli anni di residenza continuativa richiesti”. E il dimezzamento degli anni di residenza continuativa è previsto anche dalla proposta di referendum sulla cittadinanza. Di traverso sul referendum si è messo il leghista Claudio Borghi, che sui social ha annunciato una proposta di legge per cancellare la raccolta di firme online per i referendum.
L’esponente del Carroccio sostiene che “non ci vuole un genio per capire che se la Costituzione prevedeva 500mila firme per i referendum è perché pensava a una soglia alta per evitare consultazioni inutili. Solo questioni potenzialmente maggioritarie dovevano meritare un referendum nazionale”, scrive il senatore della Lega a proposito del tanto discusso referendum sulla cittadinanza che quattro giorni fa aveva raggiunto le 500mila firme necessarie. “Se si mette la firma digitale allora anche uno che vuol abolire il cappuccino se ha abbastanza followers si può svegliare e con quattro click ci arriva. O si alza il numero delle firme (ma allora si deve cambiare la Costituzione) o si cancella la raccolta firme con un click. Credo sia meglio questa seconda ipotesi. Depositerò proposta di legge in proposito e credo che la maggioranza dovrebbe prenderla in attenta considerazione”.
Ma le reazioni non erano tardate ad arrivare. Il segretario di +Europa Riccardo Magi, fautore del referendum sulla cittadinanza, è stato il primo a contestare l’idea di Borghi. “La Lega annuncia che presenterà una proposta di legge per abolire le firme on line: hanno paura della democrazia, hanno paura del voto popolare, – dice Magi – hanno paura di chi chiede più diritti. Ma capisco la frustrazione del povero Claudio Borghi: da paladino no euro, ora vede Draghi varcare la soglia di palazzo Chigi e consigliare Giorgia Meloni. Chissà perché la sua premier non chiama lui come consigliere economico. Ah saperlo…”. Il numero di firme “non fu previsto – aggiunge – per avere ‘una soglia alta per evitare consultazioni inutili’ ma perché una richiesta di 500000 elettori ne garantisce la serietà. Questo risulta dai dibattiti alla costituente. E naturalmente una richiesta di 500000 elettori ha lo stesso peso sia che questi abbiano firmato in un luogo fisico che su piattaforma”.
E proprio Magi, depositando oggi le firme, ha mostrato entusiasmo per il risultato raggiunto, con “oltre 9mila persone che hanno dato disponibilità a diventare attivisti digitali per questa campagna, 25 artisti di fama nazionale che hanno usato la loro voce per diffondere il messaggio – ha detto all’Ansa – In tempi di sfiducia totale per la politica e di distanza dalle istituzioni non sono solo numeri da record, sono il segno che le persone chiamate a ‘farsi politica’ rispondono e si mobilitano”.