aggressione agenti di polizia il giornale popolare

Non solo detenuti, anche gli agenti penitenziari ora vogliono “evadere”

Mancano 24mila poliziotti in organico e le carceri scoppiano. De Fazio: “Insignificanti le extra-assunzioni annunciate dal governo”.

Roma – A evadere dalle carceri, simulando gli escamotage della celebre storia del film “Fuga da Alcatraz”, non sono più soltanto i detenuti. In una situazione ormai fuori controllo anche i poliziotti penitenziari sono pronti a fuggire, perché l’organico non riesce a fermare, colpo su colpo, disordini, rivolte, aggressioni e suicidi. Gli agenti penitenziari non ce la fanno più. Nella rivista della polizia penitenziaria, un editoriale chiede “Quanti minuti mancano al collasso dell’intero sistema?”. Una domanda che resta al momento senza risposta e la disperazione corre dietro le sbarre tra reclusi e guardie.

Nel rapporto Antigone si legge che i numeri della polizia penitenziaria “fotografano una situazione connotata da carenze e disomogeneità nel territorio, e rispetto l’anno precedente, da un generale aumento del rapporto medio tra detenuti e agenti. Secondo i dati riportati nelle schede trasparenza del Ministero aggiornate al 2024, manca il 16% delle unità previste in pianta organica. In totale il personale effettivamente presente è pari a 31.068. Il rapporto detenuti agente attuale è pari ad 1,96 detenuti per ogni agente, a fronte di una previsione di 1,5. Tra le regioni italiane questo rapporto varia fra l’1,2 e il 2,5 detenuti per ogni agente e suggerisce una distribuzione disomogenea del personale. Le regioni che hanno in media un rapporto più elevato di detenuti per agente sono la Lombardia, il Lazio e la Puglia, con rispettivamente 2,5, 2,4 e 2,2 detenuti“.

E ancora, il report mette in luce che “presentano la situazione contraria il Molise e il Friuli, con un numero di detenuti per agente pari a 1,3 e 1,4. La distribuzione incoerente del personale si evince anche dalla discrepanza che c’è tra gli istituti per quanto riguarda il numero di detenuti per agente. Il rapporto più elevato si riscontra a Rieti, dove è pari a 3,9, il minore invece nell’istituto di custodia attenuata per madri a Lauro, con 0,15 detenute per agente. L’allocazione disomogenea delle unità di Polizia penitenziaria si riscontra anche all’interno delle regioni. Ad esempio nelle Marche pur essendo rispettato il dato previsto in pianta organica, coesistono situazioni di grave carenza con situazioni più felici. Ad Ascoli Piceno attualmente il rapporto detenuti agenti è pari a 0,7 (con 42 agenti di polizia penitenziaria in più); ben più elevato è quello riscontrato ad Ancona Montacuto dove è di 2,57 (con 197 unità in meno)”.

L’immagine che emerge dall’Osservatorio di Antigone nel 2023 conferma quanto riportato dai dati ministeriali. Dei 100 istituti visitati, 40 presentano un rapporto tra detenuti e agente più elevato rispetto alla media di 1,9. La carenza di personale di Polizia penitenziaria desta maggiore allarme nell’Istituto Panzera di Reggio Calabria dove era presente un agente ogni 3,39 detenuti. Non migliore la situazione a Rebibbia nuovo complesso, dove vi era un agente ogni 3,23 detenuti. 

Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, che usa parole durissime nei confronti del governo scrive: “Ma mi faccia il piacere! Così risponderebbe Totò all’onorevole ‘Trombetta’. Peccato che mille agenti in più nel corpo di polizia penitenziaria li abbia annunciati il ministro della giustizia Carlo Nordio. Con il decreto-legge battezzato ‘carcere sicuro’, a detta del Guardasigilli, ci saranno assunzioni aggiuntive. In effetti, entro la fine del 2026, fra un anno e mezzo, si prevede che possano essere assunti, in aggiunta alle facoltà attuali e nei limiti della dotazione organica, fino a mille nuovi agenti“.

E ancora De Fazio parla di “extra-assunzioni che di per sé sarebbero insignificanti a fronte di un fabbisogno che ammonta a oltre 18mila, ma che diventano un boomerang e si prestano alla risibilità se si pensa che nel frattempo saranno aperti nuovi padiglioni carcerari e completati i lavori per aumentare la capienza detentiva per 3mila940 posti, cui bisogna aggiungere ben tre nuovi istituti penali per minorenni, a Lecce, Santa Maria Capua Vetere e Rovigo”. E aggiunge che stando all’attuale “rapporto capienza detentiva/agenti, seppur molto sottodimensionato rispetto alle reali esigenze, che è di 1,75 agenti per ogni nuovo detenuto, per 3.940 posti aggiuntivi previsti dalle nuove carceri le necessità organiche aumenteranno di ben 6.895 agenti, cui bisognerà aggiungere almeno 200 ulteriori unità per i tre istituti per minorenni“.

Dunque, “al netto delle mille assunzioni mancheranno, se tutto va bene, non meno di 6.095 operatori che, sommati ai 18mila già mancanti, porteranno le carenze nel corpo di polizia penitenziaria a 24mila posizioni mancanti, neanche fossero i baci di Celentano”, commenta, con ancora amaro sarcasmo, De Fazio. Una situazione ormai fuori controllo, che ha fatto scendere gli agenti in piazza: “No all’accanimento contro la polizia penitenziaria, sì alla sicurezza dentro e fuori le carceri” promossa dal sindacato polizia penitenziaria con numerose iniziative in tutt’Italia e che ha visto mercoledì 18 settembre alle ore 10 una manifestazione-conferenza stampa davanti all’Istituto Beccaria di Milano. 

E poi c’è la questione dei continui controlli delle celle, perché le carceri sono diventate veri e propri market tra cellulari e droga. Nel 2023 fonti Dap hanno svelato che sono stati sequestrati in totale 3606 telefonini nei penitenziari da Nord a Sud.

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