Open Arms: Matteo Salvini tira dritto “Se tornassi al Viminale rifarei tutto”

Il vicepremier commenta la richiesta della condanna a 6 anni fatta dai pm e il risarcimento da un milione di euro chiesto dalle parti civili.

Roma –  La richiesta della condanna a 6 anni fatta dai pm di Palermo e il risarcimento da un milione di euro chiesto dalle parti civili: il processo Open Arms è a questo punto, in attesa del 18 ottobre quando si terrà l’arringa della difesa di Matteo Salvini, con l’avvocato Giulia Bongiorno. Il vicepremier è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, per avere – secondo i magistrati – illegittimamente vietato lo sbarco a Lampedusa a 147 migranti soccorsi in mare dalla nave della Ong spagnola. Ma intanto il ministro dei Trasporti, allora titolare del Viminale, fa il punto sulle tappe percorse finora.

“Non ho paura, sono orgoglioso di quello che ho fatto – dichiara -. Sarebbe un segnale incredibile una condanna per un ministro che ha mantenuto la parola data, ha bloccato gli sbarchi dei clandestini, ha salvato vite, ha espulso degli irregolari, ha evitato dei reati, cioè in caso di condanna saremo l’unico Paese al mondo dove difendere i confini sarebbe riconosciuto come un reato”. Il vicepremier non ha dubbi: “Se domani dovessi tornare a fare il ministro dell’Interno rifarei esattamente le stesse cose. Ed entra nel merito facendo un esempio.

“Mi metto nei panni di un trafficante di uomini che legge che in Italia un ministro che ha fatto quello che ha promesso di fare, ovvero sia ha ridotto gli sbarchi, ha salvato vite, non solo va a processo, rischia la galera, ma deve pure pagare di tasca sua per avere turbato persone che in diversi casi dopo essere sbarcati sono finiti in galera – prosegue il ministro delle Infrastrutture e trasporti -. Perché ripeto non sbarcano frati, suore o boy scout. Sbarcano persone che poi purtroppo in diversi casi compiono delitti a Milano, a Roma, a Torino, a Palermo. Quindi più sbarchi, più morti, più reati, più delitti”. 

“Ora io non pretendo una medaglia – conclude – ma manco il carcere e un milione di euro di risarcimento d’anni. Detto questo ribadisco, non patteggio, non cambio nulla e dovessi domani tornare a fare il ministro dell’Interno rifarei esattamente le stesse cose”. Ieri alla richiesta del milione di euro Salvini aveva replicato ironizzando “Non sono ad ‘Affari tuoi’ ad aprire i pacchi”.

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