Nicola Piacente: “Dibattimento complesso, in questa fase decide il Tribunale e c’è la necessità di garantire i diritti costituzionali del giusto processo”.
Genova – Si sente chiamato in causa dal monito del Presidente Mattarella – che in occasione dell’anniversario della strage del Ponte Morandi è tornato a sottolineare le “esigenze di celerità” – il capo della Procura genovese Nicola Piacente, che in un ‘intervista a Repubblica non si sottrae alle responsabilità che competono agli inquirenti: “La Procura sente il peso della responsabilità – spiega Piacente – dal momento in cui può contribuire alla definizione in tempi celeri del dibattimento, quindi con la sentenza di primo grado. Ma bisogna tenere conto che i pm sono tenuti al rispetto dei principi costituzionali del giusto processo, e che in questa fase le decisioni vengono prese dal tribunale».
Il Procuratore capo si dice anche disponibile, qualora il collegio giudicante mettesse mano ad una nuova calendarizzazione delle udienze – sono tre a settimana – a intensificare l’impegno dei tre pm impegnati nel dibattimento. Ricorda però Piacente nel prosieguo dell’intervista che “che si tratta di un processo di complessità eccezionale, gli argomenti discussi e dibattuti in aula vanno assimilati e metabolizzati dal collegio dei tre giudici. Sta a loro trovare un punto di equilibrio fra il numero di udienze e l’esigenza di celerità opportunamente menzionata dal capo dello Stato”.
Infine il magistrato fa una stima dei tempi per l’approdo alla sentenza di primo grado: “«Allo stato attuale potrebbe essere realistico pensare all’inizio della discussione fra le parti a inizio 2025, ma ci sono ancora alcune variabili in gioco».