Ponte sullo Stretto: code ai traghetti e tensioni, guerra tra Salvini e gli attivisti

Nei giorni caotici di Ferragosto gli insulti degli attivisti al vicepremier. La Lega replica: “Disperati, protesta sguaiata e offensiva”.

Roma – Nei giorni a cavallo di Ferragosto sono state molte le immagini di code ai traghetti per e dalla Sicilia, sovraffollata dai turisti. Un clima surriscaldato dalle temperature bollenti ma anche dall’ennesimo scontro tra i No Ponte e il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che proprio della creazione del Ponte sullo Stretto ne ha fatto un cavallo di battaglia. Alcuni attivisti No Ponte hanno insultato il vicepremier mentre si trovava a Messina. Un gesto condannato dalla Lega con le parole durissime del senatore Nino Germanà, commissario del Carroccio in Sicilia: “Agli attivisti dei movimenti no-ponte, evidentemente disperati, ormai non resta altro che la protesta sguaiata, volgare e offensiva pur di farsi notare. Giusto ieri hanno volgarmente imbrattato il tribunale di Messina con luci che proiettavano insulti al ministro Salvini, a cui è stato ’democraticamente augurato di affogare'”.

Un corteo quello degli attivisti che ha sfidato il caldo, gli eventi culturali collaterali che si svolgevano quasi in contemporanea (la rievocazione dello Sbarco di Don Giovanni D’Austria), e che è cresciuto strada facendo così come crescono i movimenti No Ponte. E non sono solo i “vecchi” che hanno fatto la loro scelta da tempo e si dicono non disposti a farsi prendere in giro dalle panzane delle grandi infrastrutture ma anche tanti giovani che hanno detto orgogliosamente no. “Chiudiamo la Stretto di Messina Spa” e “Vogliamo l’acqua dal rubinetto, non il ponte sullo Stretto!”, gli slogan della manifestazione che si svolge pacificamente. Massiccio ma discreto lo spiegamento delle forze dell’ordine.

Il progetto del Ponte sullo Stretto

Interviene anche il movimento NO Ponte Calabria, in un volo ideale con i colleghi siciliani. “Ad ogni manifestazione, ad ogni iniziativa, ad ogni appuntamento che vede la partecipazione colorata e festosa delle tante e dei tanti che si oppongono alla folle idea del Ponte sullo Stretto, ecco la consueta ridda di note al veleno, più o meno firmate. Innanzitutto il solito balletto dei numeri, cui quest’anno si aggiunge anche quello dell’età anagrafica dei manifestanti, a cercare di scatenare una irrealistica guerra tra vecchi cavernicoli contro giovani futuristi: purtroppo per loro siamo nell’epoca dei reel e delle dirette social, e a queste lasciamo ogni considerazione al riguardo, ché non abbiamo tempo da perdere”.

“Ma è un altro – prosegue la nota – il cavallo di battaglia della propaganda pontista che va per la maggiore in questo periodo, quello delle code agli imbarchi. Sorvoliamo sulla situazione infernale che viene narrata, e per la quale basterebbe monitorare le attività della Protezione civile per avere il reale polso della situazione. È chiaro però che durante questo periodo i tempi di attraversamento si allungano, come tra l’altro avviene in ogni collo di bottiglia presente in qualsiasi rete trasportistica. Quello che è inaccettabile è che questi
signori,
che affermano di avere così tanto a cuore i nostri interessi, non dicono che con solo una piccola parte dei 14 miliardi destinati al Ponte si sarebbe potuto ammodernare e potenziare la flotta navale dello Stretto e provvedere allo spostamento del porto a sud di Villa San Giovanni, decongestionando il traffico nel centro della città e tagliando i tempi di attraversamento e le code agli imbarchi”.

Ma questo, dicono, “non è possibile perché i soldi non li vogliono spendere per noi, per lo Stretto, per affrontare i bisogni reali. Basti pensare alle due moderne navi roll-on/roll-off, che avrebbero permesso
di tagliare di più di un’ora i tempi di traghettamento dei treni, che dovevamo comprare con i fondi Pnrr e che abbiamo perso perché lo Stato italiano punta sul Ponte! Ma tutto questo piano piano sta venendo fuori così come è sempre più chiaro che questo Ponte non lo sanno fare, e in fondo neanche lo vogliono fare: quello che interessa è solo aprire i cantieri e dare il via ad una speculazione ancora maggiore”.

“E così – afferma il Comitato – abbiamo la Lega, il partito del Ponte e del Nord, che lancia una petizione per sostenere questa follia, come se non fossero al Governo, come se non avessero il ministro di riferimento dell’opera, come se non avessero già imposto diversi decreti legge per poter andare avanti nonostante le criticità. E annunciano addirittura una manifestazione dei sì Ponte, magari foraggiata con i fondi della
comunicazione pontista”.
“Quello che è certo – concludono i NO Ponte – è che il terreno costruito con bugie e falsa propaganda gli sta franando sotto i piedi, e cercano di correre ai ripari a colpi di decreti legge, come quello Infrastrutture e quello Sicurezza. Quello che è altrettanto certo è che sempre qui ci troveranno, giovani e vecchi, donne e uomini, a impedire che lo Stretto venga svenduto per interesse”.

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