L’Odg del deputato di Azione è stato approvato, ora diventerà un emendamento. Polemizza Avs: “Così si apre a scudo penale per i politici”.
Roma – Il decreto carceri è passato tra le proteste dell’opposizione e due denunce, una dei Radicali e l’altra del deputato Roberto Giachetti con Nessuno Tocchi Caino. Ma, polemica nella polemica, c’è il “Lodo Costa” a ravvivare un dibattito già rovente. Impedire di sottoporre a custodia cautelare gli incensurati è il nodo della previsione che si vuole introdurre. L’ordine del giorno presentato dal deputato di Azione Enrico Costa, che dichiara guerra agli abusi della custodia cautelare, è stato approvato nel pacchetto del decreto carcere diventato ieri legge. Ma nonostante l’approvazione Costa vuole mettere in evidenza una questione. Quella del garantismo a intermittenza in particolare su questa tematica.
“Ieri un mio ordine del giorno contro l’abuso della custodia cautelare (25% dei detenuti non ha una condanna definitiva) è stato approvato dalla Camera. A favore la maggioranza, Azione, IV e Più Europa. Contro Pd, M5S e Avs, garantisti solo con i condannati definitivi. Noi sempre”, ha scritto su X Costa, che dopo la polemica spiega quali saranno i prossimi step. “Presenterò al più presto un emendamento perché questo indirizzo si traduca in legge. L’esigenza cautelare del pericolo di reiterazione del reato deve combinarsi con la presunzione di innocenza e non può essere uno strumento per privare disinvoltamente della libertà”.
Oggi il 25% dei detenuti “non ha subito una condanna definitiva, dal 1992 ad oggi oltre 30mila persone sono state risarcite in quanto arrestate ingiustamente. Il carcere prima del processo deve essere l’extrema ratio, oggi rappresenta una sentenza anticipata solo sulle accuse”, ha aggiunto il deputato di Azione. Anche per l’Unione Camere Penali “non è più rinviabile una riforma della custodia cautelare” che renda il carcere per chi è “ancora in attesa di giudizio e dunque assistito dalla presunzione di innocenza, una misura effettivamente eccezionale“. E’ sotto gli occhi di tutti che oggi così non è, e la “volontà manifestata dal ministro di procedere in questa direzione è certamente positiva”, commenta il leader dei penalisti Francesco Petrelli.
“Ancor prima, di fronte al gravissimo sovraffollamento carcerario al quale purtroppo stiamo assistendo, deve essere salutata con favore la proposta di Enrico Costa, formulata in un ordine del giorno che impegna il governo ed è stato votato da tutte le forze della maggioranza, oltre che da Azione, Italia Viva + Europa, di limitare il ricorso al carcere per gli incensurati solo a reati di particolare gravità e allarme sociale”, conclude Petrelli. Diametralmente opposta la visione del deputato di AVS e portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, che sostiene: “Il dl carceri non serve a risolvere il sovraffollamento: da quando il decreto è stato approvato dal Cdm ci sono stati 15 suicidi. Serve, invece, ad aprire la strada allo scudo penale per i politici, annunciato da Salvini in relazione al caso Toti”.
E ancora Bonelli, aggiunge che l’Odg di Enrico Costa è un “falso garantismo perché prevede di non dare esecuzione alla custodia cautelare per chi non ha commesso reati di allarme sociale o di compromissione della sicurezza pubblica o privata. Due pesi e due misure per salvare la politica dalle sue responsabilità: chi prende tangenti e riceve soldi illecitamente si salva, chi è accusato di vendere 10 grammi di fumo va in carcere. È la giustizia dei potenti contro i deboli”. Il “Lodo Costa” però, anche se appare come una novità in realtà era una proposta già contenuta nel referendum sulla giustizia del 2022. Ma di certo oggi, con quanto accaduto all’ex governatore della Liguria Giovanni Toti assume un valore politico e simbolico allo stesso tempo.
Infatti l’atto di indirizzo che ha ricevuto parere favorevole dal governo, lo impegna a “valutare un intervento normativo finalizzato a una rimodulazione delle norme sulla custodia cautelare”, prevedendo, in particolare, che gli arresti per rischio di reiterazione del reato possano essere disposti nei confronti di incensurati “solo per reati di grave allarme sociale e per reati che mettono a rischio la sicurezza pubblica o privata o l’incolumità delle persone”. Il parere favorevole del governo è arrivato con la richiesta di una micro-riformulazione dell’impegno a introdurre la nuova norma, che dovrà però inserirsi nel ventaglio più ampio delle iniziative del ddl Nordio riguardo la custodia cautelare.
La vicenda che ha annientato Toti potrebbe diventare un “caso scuola” se la norma fosse approvata, perché le misure cautelari come quelle eseguite nell’inchiesta di Genova che ha travolto l’ex presidente della Regione non potrebbero essere ordinate, a meno di non ritenere sussistente il pericolo di fuga o quello di inquinamento delle prove, cioè le altre due esigenze cautelari previste dalla legge.