Palermo: maxi sequestro da un milione di euro all’autista di Totò Riina

Blitz della polizia nei confronti dell’azienda edile dell’uomo, stabilmente inserito nel sistema di spartizione degli appalti di Cosa Nostra.

Palermo – L’ufficio misure di prevenzione patrimoniali della divisione anticrimine della Questura ha eseguito un provvedimento di confisca da un milione di euro, nei confronti di S.G., 74 anni, uno degli autisti di Totò Riina. Si è proceduto alla confisca dell’intero compendio di una azienda edile, di proprietà del figlio, ubicata nel comune di Palermo in zona Uditore, comprensiva di diversi rapporti finanziari e 6 autovetture per un valore di circa 1 milione di euro, applicandogli la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno, per anni quattro e 6 mesi.

La caratura criminale dell’uomo., in atto detenuto, in qualità di esponente di spicco della famiglia mafiosa di “Uditore”, storicamente inserita nel mandamento mafioso di “Passo di Rigano – Boccadifalco”, emerge sin dagli anni Novanta, quandoo lo stesso è stato destinatario della sentenza irrevocabile di condanna per il reato di associazione di stampo mafioso. Emerge così il suo ruolo di soggetto stabilmente inserito nel sistema di spartizione degli appalti di Cosa Nostra, nonché di uomo di fiducia del boss Salvatore Riina per il quale si è messo a disposizione durante la sua latitanza anche come autista. Infatti, dopo la cattura del boss avvenuta nel 1993, durante la perquisizione effettuata all’interno dell’abitazione presso la quale lo stesso ha trascorso l’ultimo periodo di latitanza, sono stati ritrovati appunti manoscritti con riferimenti anche ad altri membri della famiglia di S.G.

La sua indiscussa pericolosità è stata sancita negli anni ‘90 anche dal decreto di applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno per 4 anni, nonché della confisca di beni, emessa anche nei confronti del fratello, essendo stato riconosciuto come l’attività imprenditoriale dei due fratelli fosse collegata a manifestazioni di condizionamento mafioso per l’aggiudicazione dei pubblici appalti. Il suo ruolo operativo emerge dalle indagini passate come da quelle recenti, a testimonianza della sua influenza imprenditoriale esercitata con continuità dagli anni ‘80/’90 fino ad oggi, caratterizzata dall’utilizzo della forza intimidatrice esercitata da Cosa Nostra nel campo degli affari in special modo nel campo dell’edilizia.

Infatti, in ultimo, la figura criminale di S.G. è emersa in seguito alle indagini confluite nell’ordinanza di custodia cautelare penale eseguita nel luglio 2019 dalla locale Squadra Mobile nell’ambito dell’operazione “New Connection”, nei suoi confronti nonché di altri esponenti del mandamento mafioso di Passo di Rigano – Boccadifalco. Per i fatti oggetto delle indagini l’uomo è stato condannato in primo grado alla pena di anni 11 e mesi 8 di reclusione in quanto riconosciuto colpevole per i reati di intestazione fittizia e di associazione di stampo mafioso per aver fatto parte della famiglia mafiosa dell’Uditore, nonché per aver partecipato a numerosi incontri con esponenti di rilievo della mafia appartenenti anche ad altre famiglie.

In particolare la Società oggetto dell’odierna confisca, costituita nel 2006 da S.G. unitamente alla coniuge, nel 2008 è stata trasferita al figlio, nonostante lo stesso non disponesse dei redditi sufficienti per fare fronte all’investimento necessario per l’acquisto delle quote della società stessa. Inoltre, ulteriori indagini hanno consentito di accertare che, anche dopo la cessione dell’azienda, la gestione di fatto della stessa è rimasta pienamente in capo a S.G. il quale ha continuato, infatti, ad occuparsi di procacciare lavori alla società, di decidere in ordine all’acquisto dei beni strumentali e all’assunzione degli operai, nonché di curare i rapporti con i clienti ed i fornitori.

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