Dopo anni di liti e insulti, le basi dem e grilline non sembrano entusiaste all’idea di ritrovarsi Iv e Azione di nuovo in coalizione.
Roma – L’idea di rifare il “campo largo” in Italia aprendo le porte a Matteo Renzi e Carlo Calenda non piace per niente agli elettori del M5s, Pd e Avs. Ricalcare l’ipotetico fronte popolare anti-destra che ha evitato la vittoria di Marine Le Pen in Francia sembra più complicato del previsto, come spiega l’analisi di Noto Sondaggi. Se da un lato può sembrare naturale agli elettori di centrosinistra un’alleanza tra i partiti di opposizione per sostituire il centrodestra al governo alle prossime Politiche, dall’altro non sono pochi a ricordare le liti e gli scontri che hanno portato ai rapporti gelidi tra, per esempio, Pd e Italia Viva o tra M5s e Azione.
L’analisi dell’Istituto Noto spiega che lo scoglio più difficile da superare è lo scetticismo dell’elettorato Pd e del M5s. Davanti all’ipotesi di un’alleanza con Matteo Renzi, solo il 29% degli elettori di Elly Schlein e il 19% di quelli che sostengono Giuseppe Conte dicono che potrebbero anche accettare un accordo con Italia Viva. L’antipatia cala a proposito di Azione: il 43% degli elettori dem si dice favorevole a un’alleanza con Carlo Calenda. Non migliora invece l’umore tra i grillini, di cui solo il 20% accetta l’idea di accordarsi con il leader di Azione. È vero anche che gli elettori del M5s sono i più scettici a qualsiasi tipo di alleanza. A metterli d’accordo è solo un’intesa con il Pd, su cui sono favorevoli per il 60%, e con Avs per il 54%.
Per quanto lo stesso Renzi speri che non ci siano più i veti incrociati per un’alleanza con Pd e M5s, tra i suoi elettori pare non tutti la pensino come lui. Tra chi vota Italia Viva, solo il 16% si dice favorevole ad aderire al Campo largo con il M5s, solo il 29% se ci fosse Avs. D’altro canto, gli elettori di Verdi e Sinistra italiana non vorrebbero un accordo con Renzi e Calenda. Da parte degli elettori di Italia Viva comunque c’è largo favore per un’alleanza con il Pd, vista di buon occhio dal 69%. Secondo Noto, gli elettori di +Europa e Azione sono i più predisposti per sostenere un Campo larghissimo, con tutti i partiti che sono interessati.
Carlo Calenda però sembra smentire l’entrata nel “campo largo”. “Se pensassi anche io che la politica è solo mero tatticismo, impiegherei dieci minuti a entrare nella coalizione di centrosinistra, chiedendo qualche posto sicuro. Ma poi – aggiunge il leader di Azione – quanto è destinato a durare quel governo che non è d’accordo se stare o non nella Nato, o se ci sono dentro i Cinquestelle che continuano a dire ’viva il Venezuela’? Mi spiace, non ragiono così. Sono consapevole che per rompere il bipolarismo serve tempo. Ma qualcuno ci deve provare, e quando le cose vanno male, ci si rialza e si ricomincia”.
“Pensavo di essere l’ultimo ‘pirla’ che si era fidato di Renzi, non ero l’ultimo e questo mi rassicura dal punto di vista psicologico. L’unica cosa che mi sento di dire è in bocca al lupo a Elly Schlein“. Commenta con sarcasmo Calenda, l’ultima mossa dell’ex alleato del Terzo polo. L’ex ministro invece resterà al centro: “Fino a quando sarà utile per il Paese. Lo scontro perenne fra centrodestra e centrosinistra non porta da nessuna parte. È finzione teatrale: se Schlein pensasse che La Russa è un fascista, non lo prenderebbe certo a pacche sulle spalle nella partita del cuore. La politica in Italia è diventa uno spettacolo che serve per far dimenticare agli elettori i problemi concreti”.