Ue: Commisione, separazione carriere magistrati in Italia solleva dubbi su nomine

E’ quanto si legge nel rapporto sullo Stato di diritto relativo al nostro Paese sulla tanto discussa riforma targata Carlo Nordio.

Bruxelles – “Il governo ha approvato un progetto di riforma costituzionale della giustizia, volto a introdurre la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri e a istituire due Consigli superiori separati, uno per i giudici e uno per i pubblici ministeri. La separazione delle carriere ha innescato un dibattito sul fatto che la riforma possa incidere sull’indipendenza dei pubblici ministeri”. E’ quanto si legge in uno dei paragrafi dedicati all’Italia nel Rapporto sullo stato di diritto della Commissione Ue.

“Come già affermato nella Relazione 2023 sullo Stato di diritto, sebbene nell’Ue non esista un modello unico per l’assetto istituzionale delle procure, sono necessarie garanzie istituzionali per assicurare che i pubblici ministeri siano in grado di adempiere ai propri doveri e responsabilità professionali in condizioni giuridiche e organizzative adeguate e senza interferenze o influenze politiche indebite”, si legge ancora.

Soffermandosi ancora sullo stato della giustizia in Italia, il Country Report della Commissione sottolinea: “Nel corso dell’ultimo anno, le parti interessate, tra cui l’Associazione nazionale dei magistrati, hanno espresso preoccupazione per le dichiarazioni pubbliche critiche nei confronti della magistratura da parte dei politici. Nell’ottobre 2023, alcuni politici hanno espresso pubblicamente forti critiche nei confronti di un giudice per una decisione sul rilascio di un migrante posto in detenzione”.

“Le autorità italiane hanno sottolineato che l’indipendenza del pubblico ministero non deriverebbe dall’astratta appartenenza alla stessa carriera dei giudici, ma dalle norme procedurali che regolano la sua
funzione e il suo ruolo. Queste norme rimarrebbero invariate e così la cultura della giurisdizione del pubblico
ministero.
Tuttavia, l’Associazione nazionale dei magistrati ha espresso preoccupazione per l’istituzione di due Consigli superiori distinti, ritenendo che ciò indebolirebbe la loro autorità come organi di autogoverno della magistratura e he la nuova procedura di nomina minerebbe la rappresentanza dei magistrati nei Consigli superiori”, prosegue il rapporto della Commissione europea.

Carlo Nordio

“Secondo gli standard europei, non meno della metà dei membri dei Consigli della magistratura dovrebbe essere costituita da giudici scelti dai loro pari. Sebbene l’obiettivo perseguito attraverso la procedura di nomina per sorteggio sia quello di garantire l’obiettività nella selezione dei membri giudiziari dei Consigli superiori, la procedura proposta non sembra garantire che tali membri siano eletti dai loro pari e,
pertanto, solleva alcuni interrogativi al riguardo”, conclude il testo.

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