Il lavoro ai tempi dell’IA: 218mila dipendenti pubblici saranno sostituiti dalle macchine

Le cifre di uno studio presentate al “Forum PA 2024”: 1,8 milioni di lavoratori avrà dei vantaggi dalla tecnologia.

Roma – L’intelligenza Artificiale (IA) nella Pubblica Amministrazione (PA) mette a rischio il posto di lavoro di molti dipendenti. Negli ultimi tempi si fa un gran parlare dell’IA e delle sue virtù salvifiche per l’economia. Così come si discute con accanimento dei suoi pericoli e del fatto che sta agendo come un bulldozer sul lavoro come è stato concepito finora. Nella PA il timore è particolarmente avvertito per l’automatizzazione di alcune figure. Si consiglia di specializzarsi per stare al passo coi tempi o avere diverse competenze spendibili sul mercato. Come sarà stravolto il lavoro di tanti impiegati della PA? Beh, le prospettive non sono allettanti. Dal 21 al 24 maggio scorsi si è svolto al Palazzo dei Congressi di Roma il “Forum PA 2024”.

Secondo uno studio curato da Fpa, una società di servizi e consulenza del Gruppo Digital360 specializzata in relazioni pubbliche, comunicazione istituzionale, formazione e accompagnamento al cambiamento organizzativo e tecnologico delle pubbliche amministrazioni e dei sistemi territoriali il 57% dei dipendenti pubblici, pari a circa 1,8 milioni di lavoratori avrà dei vantaggi dalla tecnologia. In teoria, il lavoro sarà semplificato e la produttività aumenterà. Una previsione riferita, però ad una parte limitata di dipendenti. Praticamente è previsto che le mansioni di circa 218mila dipendenti saranno assunte da un sistema d’IA integrato. Trattandosi di dipendenti pubblici, è molto improbabile il licenziamento.

intelligenza artificiale il giornale popolare

Di sicuro si penserà a ridurre costi e tempi. Al momento si sa che ci saranno lavoratori avvantaggiati, quelli che dovranno seguire corsi di specializzazione e, infine, chi non verrà sostituito. I tecnici prevedono in un futuro prossimo una riduzione dei dipendenti statali. Pur non avendo la sfera di cristallo e poter prevedere il futuro, il dato di fatto incontrovertibile è che l’IA è già con noi, ha fatto capire di che pasta è fatta e, quindi, immaginarne le trasformazioni è completamente plausibile. L’élite dei dipendenti pubblici, coloro che svolgono lavori di alti contenuti e creatività, è costituita da insegnanti, dirigenti, ricercatori, architetti, ingegneri e professionisti della sanità e simili. Mentre gli addetti a ruoli ripetitivi, saranno sostituiti da un sistema semi automatizzato.

Quindi saremo soggiogati dalle macchine, che sostituiranno gli esseri umani? Nel mondo di Utopia, dove si realizza la perfezione ed il benessere individuale, le macchine lavorano e giacché i beni prodotti sono tanti, bastano per tutti gli esseri umani, che, quindi, finalmente, potranno vivere senza lavorare. Il mondo della Realtà, al contrario, è molto meno prosaico e più crudo e, nel migliore dei casi, si assisterà ad una metamorfosi dei processi di assunzione nella PA. Nel peggiore, potrà crescere la disoccupazione, per cui si allungherà di molta la coda di persone per avere un pasto caldo alla Caritas!

I più ottimisti, che manifestano un atteggiamento fideistico verso la nuova Dea, l’IA, scesa dall’ Olimpo tra noi comuni mortali a miracolo mostrare, ritengono che se verranno sostituiti 218mila posti di lavoro, ne saranno prodotti altrettanti. Ed allora, che problema c’è?  E’ chiaro che, soprattutto, i più giovani ne dovranno prendere atto ed agire di conseguenza, a meno che non si faccia una scelta radicale e vivere da eremita. Ma è con questa realtà che bisogna confrontarsi, piaccia o non e, quindi, aggiornarsi e specializzarsi. Non c’è altra via di uscita, se non si vuole essere fuori dai giochi. Certo è triste constatare che si va verso una realtà con relazioni umane molto spersonalizzate, quasi assenti. Così è l’era dell’IA!

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa