Generazione Alpha: i giovani nati nell’era dell’IA, fragili e disorientati

I dati dell’Osservatorio Teens: 900 ragazzi da 15 a 18 anni – rappresentativi di 2 milioni di coetanei – accomunati dal calo dell’ottimismo.

Roma – Il disorientamento della Generazione Alpha. Il termine Generazione, dal punto di vista sociologico, indica l’insieme di persone che hanno vissuto nello stesso periodo storico che sono stati influenzati dagli eventi che lo hanno caratterizzato. Si tratta di persone che hanno in comune esperienze simili, tendenze socio-culturali e di mercato. La Generazione Alpha, così chiamata in quanto corrisponde alla prima lettera dell’alfabeto greco, è la prima ad essere nata interamente nel nuovo millennio. Si tratta di individui con grande dimestichezza con l’Intelligenza Artificiale (IA) e la realtà virtuale. Ebbene avvertono un certo disorientamento per la mancanza di modelli di riferimento, la presenza invasiva della tecnologia e una forte distanza con la scuola e le istituzioni.

Sono i risultati della prima edizione dell’Osservatorio Teens, a cura di Eumetra, istituto di ricerche sociali e marketing, presentato il 31 maggio scorso. Oggetto di studio sono stati 900 ragazzi dai 15 ai 18 anni, rappresentativi di una popolazione di due milioni di giovani. In questa fascia d’età si segnala un calo dell’ottimismo nei confronti della propria realtà e del futuro, così come si palesa pessimismo nei riguardi della scuola. Infatti, i progetti post-diploma subiscono una frenata. L’insoddisfazione verso la scuola tende a crescere, tuttavia si preferisce non trasferirsi ad altri tipi di istituti per paura di trovare ostacoli relazionali. Il 50% è propenso a frequentare l’Università, per i migliori sbocchi professionali che essa offre.

E’ prevalente l’idea che la maturità tecnica/professionale favorisce l’ingresso nel mondo del lavoro. Mentre col liceo, l’unica via percorribile è continuare gli studi. I ragazzi hanno manifestato un certo timore nel dover affrontare l’Università e la realtà lavorativa post-diploma. Con l’avvicinarsi della maturità cresce la conflittualità coi docenti e si avverte l’esigenza di affrontare temi che non sono presenti nel programma scolastico. Gli studenti, inoltre, hanno constatato la carenza di supporto scolastico nel decidere il proprio futuro dopo il diploma. Pensando all’avvenire, i ragazzi hanno auspicato metodi innovativi e personalizzazione dei programmi e sono sembrati poco attratti dalla didattica a distanza. Soprattutto hanno immaginato una scuola tipo campus, con vari spazi aggregativi e di studio, con lezioni in presenza. Con l’aumentare dell’età, cresce anche il pessimismo per il futuro. Così come si perde passione nel coltivare i propri hobby, in quanto ci si concentra sulle possibilità di fare carriera e di realizzarsi dal punto di vista professionale.

Mettere su famiglia è uno degli obiettivi più diffusi, ma si affievolisce l’intenzione di procreare dei figli e si immagina una vita di coppia senza. Il desiderio di andare all’estero o in un’altra regione italiana risulta preponderante (tendenza confermata dai tassi di emigrazione intellettuale dei ragazzi più grandi negli ultimi anni). Le aspettative di vita professionale si manifestano in una maggiore autonomia di decisione, esperienze lavorative lontane dal proprio luogo di origine, flessibilità oraria. Percentuali più basse di ragazzi sono indecisi del proprio avvenire e decidono di rimaner a casa coi genitori, mentre altri hanno dichiarato che sia importante avere un lavoro purchessia, l’importante è lo stipendio. Analisi di questo tipo rappresentano uno spaccato importante della nostra società, in particolare dell’età adolescenziale, con i propri sogni, speranze aspettative, desideri. I loro bisogni, emersi nella ricerca, dovrebbero essere al primo posto nell’agenda di qualsiasi compagine governativa, perché rappresentano il futuro della nostra società!

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