Uomini armati ieri hanno preso di mira due chiese, due moschee e un posto di blocco della polizia.
Russia – E’ salito a 20 morti e 46 feriti il bilancio degli attacchi compiuti ieri sera da uomini armati nella repubblica russa del Daghestan che hanno preso di mira due chiese, due moschee e un posto di blocco della polizia. Lo riferisce il ministero della Salute della repubblica, citato dalla Tass. In precedenza autorità locali avevano detto che cinque o sei degli assalitori erano stati uccisi dalle forze di sicurezza.
Secondo la prima ricostruzione fornita dal ministero dell’Interno del Daghestan, verso le 18 ignoti hanno sparato contro una sinagoga e una chiesa con armi automatiche. I sospettati – fanno sapere gli inquirenti – sono scappati a bordo di una Volkswagen Polo bianca.
Anche Israele ha seguito da subito con grande preoccupazione tutta la vicenda: l’ambasciata israeliana a Mosca – ha fatto sapere il ministero degli Esteri di Tel Aviv – s’è messa immediatamente in contatto con i leader della comunità ebraica del distretto di Derbent. Secondo fonti israeliane, “per quanto è noto, al momento dell’attacco non c’erano fedeli nella sinagoga”.
Dietro gli attentati potrebbe esserci la mano dell’Isis. Il gruppo Wilayat Kavkaz, ramo del Caucaso settentrionale dello Stato Islamico, “ha probabilmente condotto l’attacco coordinato contro chiese, sinagoghe e strutture di polizia nella Repubblica del Daghestan il 23 giugno”, secondo il think tank statunitense Institute por the study of war (Isw).
“La filiale russa dell’IS-K ‘Al-Azaim Media’ ha pubblicato una dichiarazione il 23 giugno in seguito all’attacco elogiando “i loro fratelli del Caucaso” per aver dimostrato le loro capacità”, scrive Isw. “Al-Azaim non ha rivendicato l’attacco in sé” ma “il riferimento al Caucaso suggerisce fortemente che Wilayat Kavkaz sia responsabile dell’attacco”, sostiene il think tank.
“La struttura antiterrorismo regionale dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco) ha avvertito che Wilayat Kavkaz è diventata più attiva in seguito all’attacco al Crocus City Hall di Mosca del 22 marzo e ha intensificato gli appelli di reclutamento nel Caucaso settentrionale dall’aprile 2024”.
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