L’eccezionale valore legale e simbolico della sentenza sulle “anziane per il clima”

La Corte dei Diritti dell’Uomo accolto l’istanza delle “KlimaSeniorinnen”, un gruppo di donne svizzere con oltre 64 anni d’età.

Roma – Le vertenze sul clima possono produrre effetti benefici. Negli ultimi anni ci sono state diverse azioni legali riguardanti il clima, nella speranza che almeno il diritto potesse offrire uno spunto di cambiamento. Lo scorso aprile la Corte dei Diritti dell’Uomo (CEDU), organo giurisdizionale internazionale, ha accolto l’istanza delle “KlimaSeniorinnen”, un gruppo di donne svizzere con oltre 64 anni d’età. Le arzille vecchiette avevano denunciato il governo svizzero per le inadeguate politiche climatiche attuate.

Si tratta di un clamoroso precedente che potrebbe spingere associazioni o semplici cittadini a rivolgersi alla CEDU per dirimere questioni legate al clima. I tribunali, negli ultimi tempi, sono diventati un ulteriore mezzo da utilizzare per la difesa del clima. Tanto è vero che i contenziosi legali contro governi, istituzioni e aziende stanno intasando i tribunali di tutto il mondo. In pratica la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha sentenziato che la Svizzera non sta proteggendo la popolazione anziana dalle forti ondate di calore. Per la cronaca la causa è stata intentata più di nove anni fa e la sentenza europea ha rilevato la mancanza di una reale quantificazione, da parte del governo svizzero, delle emissioni di gas a effetto serra che si volevano diminuire.

Due delle ricorrenti

Tuttavia, non è certo l’accoglimento delle istanze qualora si ci si rivolge alla Corte europea. Ce ne sono altre che vengono rigettate. Comunque, pare che in giro ci siano ben 2500 contenziosi legali. Secondo il “Sabin Center” della Columbia University, orientato allo sviluppo di tecniche legali contro il cambiamento climatico e il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), organizzazione internazionale a favore del clima, stanno dando una spinta decisiva a favore del clima. L’aspetto principale di queste denunce è la corrispondenza tra clima e diritti umani. In questo senso il diritto, nazionale ed internazionale, dovrebbe intervenire con azioni di mitigazione, col divieto di continuare col fossile, bloccando il negazionismo e le false informazioni.

Però, non tutto sta filando liscio come l’olio, perché le imprese stanno preparando la controffensiva, non standosene con le mani in mano. Ad esempio, hanno avviato azioni legali contro i governi coinvolti, in base ad accordi pregressi. Il fenomeno sta crescendo al punto che l’ONU ha ritenute queste cause potenzialmente dannose, in quanto rallentano il contrasto ai cambiamenti climatici e hanno un’enorme influenza sui diritti umani. L’Italia, definita la “culla” del diritto, in realtà mostra di essere culla del… “rovescio”, o quando meno il pargolo (il diritto) non è mai cresciuto! Nel senso che anche nel Belpaese ci sono stati contenziosi legali. Nel 2019 fu promossa un’azione legale denominata “Giudizio Universale”, la prima contro lo Stato su argomenti climatici.

“KlimaSeniorinnen”

Nel contenzioso si chiedeva di riconoscere come inadeguate le politiche climatiche nazionali e la violazione dei diritti umani della popolazione. Nel marzo scorso la Corte ha ritenuto inammissibile la causa ed ha dichiarato di non avere la legittimità per considerare le politiche governative al riguardo. Per questi motivi non ha voluto prendere in esame le prove scientifiche e i dati presentati dai denuncianti. Secondo i giudici italiani, nel nostro Paese non ci sono tribunali ad hoc per cause del genere. Una decisione in controtendenza con l’Europa e col resto del mondo. Un comportamento tipicamente italiano, ovvero scegliere di…astenersi!

Eppure l’area del Mediterraneo è particolarmente esposta ai cambiamenti climatici. In Italia solo l’anno scorso si sono verificati oltre 50 eventi estremi in più rispetto al 2022 e provocato la morte di 31 persone. Oltre a non fare granché sul piano pratico per contrastare il cambiamento climatico, manifestiamo, finanche, la stoltezza di bloccare iniziative giudiziarie, astenendoci e rigettando le istanze. Non c’è che dire: proprio un…Belpaese!

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa