Il nuovo metal di casa Garrett promette bene purché si abbia la pazienza di tararlo a seconda delle caratteristiche del terreno di ricerca e del target che andiamo cercando.
Ciao a tutti Amici e ben trovati. Oggi parliamo di un metal detector tanto atteso: l’Apex di casa Garrett. Abbiamo avuto modo di poterlo testare durante l’evento di Maranello e possiamo finalmente darvi le nostre impressioni. Cominciamo con qualche dettaglio tecnico: il metal si presenta molto leggero, 1.100 grammi, che lo rende veramente maneggevole, il display è molto sottile e benfatto e consente una buona visualizzazione di tutte le informazioni.
La macchina viene dotata di una piastra doppia di 6″x 11″, le frequenze di utilizzo sono da 5-10-15-20 khz. E si ha la possibilità, tramite le due impostazioni multifrequenza, di utilizzarle tutte simultaneamente grazie ad un filtro separatore dello stadio finale. Una vera chicca.
Il metal è fornito di una batteria interna ricaricabile Lipo ed è impermeabile alla pioggia ma non è subacqueo. Una piccola nota dolente è data dall’asta di vecchia generazione ACE, sicuramente utilizzando un’asta telescopica il design sarebbe stato ancora migliore e l’impugnatura più agevole.
Passiamo ora alla descrizione del display: al centro del visore ci verrà indicato il valore numerico dell’ID, sul lato sinistro, subito a fianco al valore Id, troviamo il livello di carica della batteria e spostandoci ancora più a sinistra verranno riportati i programmi utilizzati.
Sulla parte destra invece viene riportata una barra con nove tacche che indicano la sensibilità, sempre verso destra troveremo la barra verticale con le cinque tacche della profondità. Nella parte superiore saranno indicati tutti i valori numerici da 0 a 99 e le relative tacche della discriminazione. Il metal è munito di otto pulsanti sotto lo schermo per poterci muovere nei menu e cambiare le impostazioni, le frequenze e le modalità di utilizzo.
Ma veniamo alle prove sul campo: abbiamo provato l’Apex prima in aria anche se questi tipi di test non sono molto attendibili ma fanno capire qual’è la massima profondità di rilevazione della macchina senza avere nessun ostacolo. In questo caso abbiamo utilizzato una moneta da un euro e una volta tirata al massimo la sensibilità, anche se il Metal risultava molto instabile, lo abbiamo utilizzato con le varie frequenze separatamente e poi con il multifrequenza inserito, rilevando una profondità massima di 28 cm. Ovviamente virtuali.
Siamo poi passati sul terreno dove una volta eseguito il bilanciamento (Ground a 70), abbiamo cercato di stabilizzare il metal detector. Purtroppo in modalità MF il metal risulta molto nervoso fino a dover abbassare la sensibilità a tre tacche. Poi abbiamo provato le altre frequenze per poter avere il massimo delle prestazioni potendo alzare la sensibilità constatando che a 5 khz siamo riusciti a rilevare la moneta da 1€ a poco più di 20 centimetri.
Non abbiamo poi avuto moltissimo tempo per poterlo utilizzare in altra ricerca “seria” ma confidiamo sul fatto che alcuni bug di gioventù possono essere sistemati con qualche aggiornamento. Siamo alle solite: tanta esperienza sul campo e ripetute letture del manuale.
Ringraziamo la Geotek Center di Terni per averci dato la possibilità di testare questa macchina da cui tirare fuori la nostra recensione e vi ricordiamo che per vedere i nostri video test potete venirci a trovare sul canale YouTube RRS Metal Detector.