ROMA – SE QUALCUNO HA ACCOLTO DANIELE LO DICA. DEL GIOVANE AUTISTICO NESSUNA NOTIZIA

Nell'ipotesi che qualcuno, una famiglia o un'associazione di solidarietà sociale, abbia accolto Daniele Potenzoni la famiglia del giovane scomparso ha il diritto di essere avvisata. Congiunti, parenti e amici continuano le ricerche.

ROMA – Che fine ha fatto Daniele Potenzoni a cinque anni dalla sua scomparsa? Appelli, indagini, ricerche e decine di segnalazioni non hanno portato a nulla se non a rinnovare il dolore della famiglia che non ha mai smesso di cercare il giovane autistico sparito il 10 giugno del 2015. Daniele, lo ricordiamo, si sarebbe dileguato nel raggio di qualche metro, inghiottito da un convoglio della metropolitana Linea A di Roma alla stazione Termini. Il suo gruppo, proveniente da Pantigliate, in provincia di Milano, con tre accompagnatori e diretto in Vaticano per l’udienza del Papa, era già salito su un vagone ma ne era ridisceso per la gran folla di passeggeri a bordo che non avrebbe permesso un tragitto comodo.

Banchina Linea A stazione Termini

L’intera comitiva di 14 ragazzi con problemi psicologici riusciva a scendere dal mezzo tranne Daniele che, verosimilmente, rimaneva sul treno da solo e, ben presto, in stato confusionale attesa la patologia di cui soffriva. Certezze non ce ne sono mai state nonostante le ricerche siano state tempestive e circoscritte. Soltanto una cosa è sicura: Daniele è salito su quel maledetto convoglio ma dove sia sceso (da solo o con qualcun altro) non è stato possibile appurarlo. Da quel momento di Daniele Potenzoni si perdono le tracce ma non le segnalazioni di cittadini che hanno giurato di averlo visto in diverse parti d’Italia ma non appena il padre Francesco si recava sul luogo dell’avvistamento del figlio nemmeno l’ombra.

A dire il vero nemmeno l’ombra dell’uomo segnalato dai cittadini che, come una terribile magia, scompariva dal punto esatto o dalla zona dove era stato segnalato spesso soltanto qualche ora prima. Su un tram a Milano o in un convento in Toscana o a Roma, in strada a chiedere l’elemosina o a passeggiare a Campo de’ Fiori, Daniele Potenzoni sarebbe stato visto decine di volte da uomini e donne che ritenevano fosse lui ma ogni volta la delusione, per la famiglia, si faceva più cocente:

Francesco Potenzoni

”…Nessuna segnalazione ci ha portato a qualcosa – dice Francesco Potenzoni, papà di Daniele – o erano persone che assomigliavano a mio figlio o mio figlio stesso che si spostava di volta in volta, non so che cosa pensare. Fatto sta che sino ad oggi non ne ho notizia. Daniele ha 41 anni e potrebbe essere ovunque. E’ autistico e il grande problema è che non può chiedere aiuto, gli autistici si chiudono in sé stessi senza chiedere aiuto. Non siamo ancora riusciti ad individuarlo nonostante le tantissime persone che seguono la nostra storia, anche persone non di Roma, potrebbe essere chiunque. Vorrei dire a chi lo vede che c’è una famiglia che lo cerca, lui non ha scelto di fare il clochard, purtroppo si è trovato in una cosa più grande di lui, magari è stato accolto da persone che non conoscono la sua situazione, magari è con una famiglia chi lo sa…”.

Il monastero di Santa Chiara a Roma

Non sarebbe la prima volta infatti che sodalizi o privati accolgono in casa persone scomparse senza saperlo. E anche dopo anni qualcuno di loro è tornato a casa raccontando storie ai limiti della realtà: ”…Daniele stava bene a casa con noi – aggiunge il padre – non sarebbe andato via volontariamente per nessuna ragione. Qualcosa gli è accaduta ma noi continuiamo a cercarlo rinnovando l’appello a chiunque possa averlo visto o sappia qualcosa di lui…”.

Tra le più strane segnalazioni di avvistamento del giovane autistico quella che voleva il giovane come ospite del monastero di Santa Chiara a Roma rimane la più inquietante. Nell’ottobre dell’anno scorso la redazione della trasmissione Chi l’ha visto riceveva una lettera nella quale l’anonimo redattore dava per scontato che Daniele fosse ospite del monastero di Santa Chiara, in via Vitelli a Roma.

Soltanto una giovane suora dice di averlo riconosciuto

Le suore riferivano di non sapere nulla perché non svolgevano servizio di assistenza. Solo una giovane monaca riconoscerà Daniele in foto dicendo che si trattava della stessa persona che aveva suonato il campanello del monastero chiedendo aiuto. Era o non era lui Daniele?

 

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