I lavori, tra le polemiche e le sospensioni, procedono a rilento: sono stati esaminati solo 30 dei tremila emendamenti complessivi.
Roma – Il Senato ha approvato l’articolo 1 del ddl sul premierato elettivo. Questo significa l’abolizione del potere del presidente della Repubblica di nominare i senatori a vita. L’articolo è stato votato per alzata di mano, ragione per cui non si conoscono i numeri dei favorevoli e dei contrari. Rimangono comunque in carica gli attuali senatori a vita di nomina presidenziale. La trattazione del ddl prosegue non senza polemiche.
“Con il premierato di Giorgia Meloni ci saremmo trovati Luigi Di Maio premier durante la pandemia”, commenta il vicesegretario di Azione, Ettore Rosato. Alle ultime elezioni politiche, dice “abbiamo votato con una legge che porta il suo nome, una legge che anche grazie a quel “combinato disposto” che si è venuto a creare in virtù del taglio dei parlamentari voluto dal Movimento 5 Stelle, ha garantito al centrodestra un’ampissima maggioranza in entrambi i rami del Parlamento con poco più del 44 per cento dei voti. Una maggioranza che oggi consente alla premier di procedere spedita con l’approvazione del premierato, che di fatto, con l’elezione diretta del presidente del Consiglio, trasformerebbe così l’Italia in una repubblica presidenziale“.
Oggi tra l’altro i lavori sono stati sospesi per la mancanza del numero legale. Dopo le prime due settimane in cui sono stati esaminati solo circa 30 emendamenti sui 3 mila complessivi. La conferenza dei capigruppo, giovedì scorso, ha deciso di contingentare i tempi per complessive 30 ore, con un voto finale – secondo i calcoli della maggioranza – intorno al 18 giugno. Ma la mancanza del numero legale ha già fatto “perdere” venti minuti.